Accessibile al pubblico dalla fine del mese di novembre del 2022, ChatGPT è un'Intelligenza artificiale (IA) conversazionale sviluppata da OpenAI, laboratorio co-fondato da Elon Musk. Nell'arco di poche settimane è stata testata da un numero elevato di curiosi ed esperti che ne hanno raccolto e raccontato le potenzialità.
L’uso di ChatGPT è facile e aperto a tutti, basta avere un account OpenAI (gratuito). È sufficiente fare una domanda o chiedere all’IA di scrivere una storia dandole una traccia da cui partire. Sa fare anche altre cose.
Cosa sa fare ChatGPT
Si può farne uso come un motore di ricerca vocale, gli si fa una domanda e ChatGPT risponde anche se non è un’IA ferratissima sull’attualità, perché addestrata su dati risalenti al 2021 ma è un limite a cui gli sviluppatori potranno porre rimedio. Allo stesso modo gli si può chiedere di inventare una storia, di comporre articoli, scrivere codice in diversi linguaggi di programmazione, tradurre testo e sintetizzare la lingua parlata. Inoltre, risolve equazioni e scrive canzoni. Un factotum con dei limiti concettuali che possiamo elencare così: attinge a set di dati creati dagli umani, con tutte le imprecisioni, le contraddizioni e le debolezze del nostro pensiero.
L’esempio sopra dimostra che ChatGPT mostra una certa pertinenza discorsiva e, nel caso in cui si volesse forzare la mano e superare i confini della morale, si rifiuterebbe di rispondere.
Ciò signfica anche che è inutile chiedere a ChatGPT di tessere le lodi di persone passate alla storia per motivi poco nobili o di risolvere arcani mistico-filosofici.
Da dove arriva (e dove va) ChatGPT
È l’evoluzione di GPT-3 e servirà a fare uscire dai laboratori GPT-4, ossia un modello di previsione linguistica in grado di allestire testi simili a quelli che crea l’essere umano. Sono modelli che fanno leva sul Deep learning, l’addestramento che usa immense quantità di dati per imparare a svolgere compiti specifici. Si tratta di set di dati creati dall’uomo e quindi, anche soltanto l’idea che ChatGPT possa sostituire un motore di ricerca, è peregrina perché non si sa quali informazioni consulti per rispondere ai quesiti che le vengono posti.
E questo breve antefatto ci porta alla domanda di rito: “ChatGPT è un’IA pronta a sostituire l’uomo?”. No. Non lo è. Sa fare molte cose ma meno bene di quanto si possa credere. Ecco un esempio:
Dando una risposta volutamente sbagliata a un calcolo, ChatGPT lo accetta come corretto. La risposta esatta è 125 ma, a quanto pare, 78 va bene lo stesso. Se però si sottopone all'IA il medesimo calcolo, questa restituisce il risultato giusto.
Limiti di programmazione oppure, nella miriade di dati di cui dispone per confrontare le soluzioni fornite dall’utente, ChatGPT trova più risposte possibili e quindi ne accetta di diverse.
Perché se ne parla tanto
Le connessioni internet delle scuole di Los Angeles e di quelle dello Stato di New York non permettono più agli studenti di raggiungere il sito di ChatGPT e, in Australia, gli atenei sono ritornati agli esami alla vecchia maniera, con carta e penna. Il timore è che possa rallentare l’apprendimento e aiutare a preparare esami e compiti in classe. Un allarmismo esagerato proprio perché le risposte che dà non sono sempre né approfondite né corrette e (per principio almeno) uno studente non dovrebbe mai farvi affidamento.
Sta creando un alone di preoccupazione, perché non si capisce bene quale siano i suoi confini. Fino all’avvento di GPT-3, ossia fino alla primavera del 2020, le IA hanno sempre lasciato intravvedere i rispettivi limiti. Per esempio, nel 2018 l’azienda americana Boston Dynamics ha creato un “cane robot” capace di aprire una porta. Le gesta del robot hanno fatto il giro del mondo creando stupore ma, benché sia un passo verso il progresso ed è suggestivo averlo di fronte, si tratta di un robot che sa aprire porte, non si muove liberamente in un ambiente sconfinato con il quale interagisce in totale autonomia.
Il prossimo mese di febbraio, nel Regno Unito, un’app ascolterà i discorsi fatti in un’aula di tribunale per poi suggerire all’imputato le risposte più adatte. Anche questa è un’IA che può turbare, ma si muove in un contesto specifico, non si prefigge di essere tuttologa come ChatGPT.
Le capacità delle IA conversazionali, invece, sembrano
non avere limiti, sembra che possano sostituire scrittori, creare documenti scientifici, improvvisarsi motori di ricerca, pensionare artisti e autori. Ma non è così, non ancora. Si affidano a un set di dati ancora immaturo.
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