Ahmadinejad non è nuovo a sparate come questa: Israele è un "tumore maligno che sarà presto distrutto". Il presidente iraniano torna ad attaccare lo Stato ebraico con la consueta violenza verbale. Lo fa arringando i manifestanti scesi in piazza a Teheran e in molte altre città, a sostegno della causa palestinese in occasione della "Giornata di al-Quds" (Gerusalemme), che si celebra ogni anno in Iran l’ultimo venerdì di Ramadan, il mese sacro di digiuno per i musulmani.
Ahmadinejad ha proseguito la propria invettiva dicendo che "con la fine del regime sionista si formerà un nuovo Medio Oriente. Con la grazia di Dio e l’aiuto delle Nazioni, nel nuovo Medio Oriente non ci sarà traccia di americani e sionisti". A sottolineare l'apprezzamento dei passaggi più violenti contro Israele lo sventolio delle bandiere palestinesi e le immagini dell’Ayatollah Ali Khamenei. Poi i soliti slogan: "Morte a Israele" e "Morte all’America" e le bandiere di Hezbollah.
"Oggi - ha aggiunto il presidente iraniano - contrastare l’entità sionista e il regime sionista serve a tutelare i diritti di tutti gli esseri umani, a difendere la dignità umana e a spianare la strada per salvare l’essere umano dall’arroganza, dalla povertà e dalla miseria".
E' incredibile - ma ormai non stupisce più - accostare la volontà di tutelare i diritti degli esseri umani al progetto (neanche troppo nascosto) di cancellare dalla faccia della terra uno Stato.
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