Edward Snowden ha agito da solo in nome dei massimi principi di diritto e libertà? Può darsi che sia così nella sua testa, ma il super tecnico che ha inguaiato l'intelligence americana conta su uno stuolo di sostenitori come Wikileaks, un filantropo miliardario e l'estrema sinistra europea innamorata del nuovo eroe anti Usa. Soldatini in confronto ai colossi dell'intelligence cinese e russa che utilizzano Snowden e i suoi segreti per assestare un duro colpo a Washington.
«Questo affare è solo l'ultimo episodio della guerra segreta tra Pechino e Washington, che ancora una volta vede vincitore la Cina con l'aiuto della Russia» spiega al Giornale il docente di studi strategici Arduino Paniccia. «Secondo gli addetti ai lavori una delle ipotesi è che Snowden sia stato incastrato dai cinesi oppure che fu reclutato da Pechino o dai russi ancora prima di entrare nei server dell'intelligence americana» rivela l'esperto di servizi segreti.
Il primo alfiere ufficiale di Snowden è Wikileaks fondato da Julian Assange, che paga la sua fuga fin dall'inizio a Hong Kong. Quando il super ricercato vola a Mosca è in compagnia di Sarah Harrison, un'inglese stretta collaboratrice di Assange. «Esiste un filo rosso della cyberguerra segreta fra Usa e Cina, che si è inasprita negli ultimi sei anni - spiega Paniccia -. Wikileaks, con tre soci cinesi, apparentemente dissidenti, è il primo tassello. Snowden è un Assange 2.0 che unisce in questa operazione Pechino e Mosca. Non a caso quando gli americani invalidano il suo passaporto lui vola in Russia».
Nonostante le smentite ufficiali proprio sul People's Daily, il quotidiano ufficiale cinese, Wang Xinjun, ricercatore dell'accademia di strategia militare, scrive: «Il mondo ricorderà Edward Snowden per il suo coraggio nello smascherare Washington» che spia tutti. Albert Ho, l'avvocato di Hong Kong della super talpa, ha dichiarato che «l'intero caso è stato gestito da Pechino».
Con l'arrivo di Snowden a Mosca si apre il balletto dell'asilo politico, che magari alla fine sarà concesso proprio dalla Russia. Secondo gli analisti la talpa, senza un documento di viaggio valido, potrebbe già trovarsi «in un appartamento sicuro del Gru», l'intelligence militare.
Fra i soldatini che danno una mano al fuggitivo spicca il miliardario islandese Olafur Sigurvinsson, che dal 2010 raccoglie fondi per Wikileaks. Da ieri si sono aggiunti alla schiera estremisti di sinistra, verdi e anche il Front National di Marine Le Pen. «Diamo asilo a Snowden. Quest'uomo è un benefattore.
Grazie a lui sappiamo di essere stati spiati» ha detto Jean Luc Melenchon, leader del Fronte di sinistra francese. I verdi che appoggiano il presidente François Hollande, come gli ecologisti tedeschi, si sono uniti all'appello definendo Snowden «un difensore della libertà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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