Quarantott'ore dal bilancio pesantissimo, poi la domenica in cui l'Egitto è tornato in piazza. Migliaia di persone si sono riversate in strada, colmando la Tahrir simbolo delle proteste del Cairo, pronte a chiedere le dimissioni del presidente Mohamed Morsi, a un anno esatto dal giorno della sua elezione, o a difendere il governo dei Fratelli Musulmani.
Il presidente si è chiuso nel palazzo presidenziale di al Kubba, al Cairo, da dove ha osservato l'avvicinarsi della folla a un altro palazzo, quello di Ittahadeya, protetto da una muraglia di blocchi di cemento. Come Moris, anche il consiglio dei ministri e il procuratore del Cairo si sono spostati in altri uffici, per continuare a lavorare al sicuro, mentre le strade si affollavano di manifestanti.
La folla ha accolto gli appelli rivolti dai religiosi dell'università al-Azhar, principale istituto dell'islam sunnita e dalle forze armate, che hanno sottolineato l'importanza di mantenere pacifica la protesta. 17 persone, secondo fonti della sicurezza, sono state fermate nella capitale, mentre si dirigevano a un corto in favore di Morsi. Un servizio d'ordine messo in piedi dai manifestanti ha controllato da vicino chi si dirigeva a Tharir.
Otto morti in due giorni, centinaia di feriti, danno la sensazione chiara di come l'Egitto sia al momento scisso in due parti. Da una parte i ribelli, i "tamarrod" per dirla in arabo, che hanno annunciato di avere raccolto oltre 22 milioni di firme per chiedere che Morsi lasci il suo posto. Se così fosse, avrebbero ottenuto un risultato straordinario, convincendo circa un cittadino su quattro delle necessità di un cambiamento.
Tra i nominativi non c'è di certo quello del presidente, che al Guardian ha confermato di non avere nessuna intenzione d'andarsene. Dall'altra parte della barricata ci sono i cortei che lo supportano, scesi in piazza nei giorni scorsi.
È tornato a parlare anche Mohammed el-Baradei.
L'ex presidente dell'Agenzia per l'energia atomica, figura centrale nel processo che ha portato alle dimissioni di Hosni Mubarak, ha chiesto al presidente di accettare la richiesta di elezioni anticipate e ammettere che il fallimento del suo governo. I manifestanti vorrebbero una transizione guidata dalla Corte Costituzionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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