Francia, tangenti elettorali Perquisita la casa di Sarkozy

Il blitz mentre l'ex presidente e Carlà sono in Canada. Si indaga sui fondi per la scalata all'Eliseo. Di mezzo lo scottante dossier Bettencourt

Francia, tangenti elettorali Perquisita la casa di Sarkozy

La polpetta avvelenata arriva ventiquattrore dopo la partenza di Nicolas Sarkozy e Carla Bruni per il Canada, destinazione vacanze in casa di amici. Ma è sufficiente a mandare di traverso il viaggio con cui l’ex coppia presidenziale spera­va probabilmente di mettersi alle spalle le delusioni politiche di lui e il gossip feroce (le voci di una nuo­va gravidanza, smentita dall’inte­ressata) sull’ex première dame. I fantasmi giudiziari inseguono Sarko fino all’altra parte del mon­do e sembrano materializzarsi di ora in ora dopo la caduta dell’im­munità presidenziale che, in base all’articolo 67 della Costituzione, ha coperto l’ex capo dell’Eliseo fi­no alla mezzanotte del 15 giugno.

A trentatre giorni dalla caduta dello «scudo», dieci agenti del nu­cleo finanziario e il magistrato Jean Michel Gentil di Bordeaux- la città dove sono ormai istruite tutte le inchieste a carico dell’ex presi­dente - hanno perquisito la villa Montmorency, il domicilio di Car­la Bruni Sarkozy, rifugio della cop­pia­nello chiccosissimo XVI arron­dissement , lo studio legale «Ar­naud Claude e associati», del qua­le Sarkozy detiene alcune parti, e i nuovi uffici messi a disposizione dell’ex capo dell’Eliseo in rue de Miromesnil. Di mezzo lo scottante dossier Bettencourt, il caso giudi­ziario in cui Sarkozy è sospettato di aver ricevuto finanziamenti illeciti della miliardaria francese Liliane Bettencourt per agevolare la sua corsa presidenziale (infine vincen­te) del 2007 e per il quale a brevissi­mo l’ex capo dell’Eliseo potrebbe essere ascoltato dai magistrati.

Uno smacco per il presidente in pensione che - ricordava ieri Le Monde­ha sempre voluto marca­re, soprattutto sul terreno giudizia­rio, la differenza con l’ex presiden­te Jacques Chirac, finito nella pol­vere a fine mandato e condannato a due anni, per corruzione, lo scor­so dicembre. Un atto che brucia, quello subito da Sarkozy.

Un esito tuttavia ormai larga­mente prevedibile dopo che l’infer­miera di Bettencourt ha riferito, ma solo fuori dal processo, al magi­strato Isabelle Prévost-Desprez (da lunedì tra l’altro sotto inchie­sta per violazione del segreto pro­fessionale) di aver «visto consegna­re denaro contante nelle mani di Sarkozy», allora ministro degli In­terni. Tangenti per le quali l’ex teso­riere della campagna elettorale di Sarko e suo fedelissimo Eric Woer­th è indagato nell’ambito della stes­sa inchiesta.

Eppure, in Francia come in Ita­lia, mentre i guai giudiziari sono so­lo all’inizio per l’ex presidente­sul­la cui testa pendono altre due gros­se inchieste: il dossier Karachi su un giro di tangenti legate alla vendi­ta di sottomarini in Pakistan quan­do Sarkozy era ministro del Bilan­cio e il dossier Gheddafi, anche questo per finanziamento illecito della campagna del 2007

da parte del regime di Tripoli- destra e sini­stra (lo dicono i blog, Facebook, Twitter e qualsiasi altro spazio del libero pensiero in Rete) si divido­no sulla solita questione: giudici politicizzati o politici corrotti?

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