A Gerusalemme qualcosa comincia a muoversi. Lo stallo lascia il posto alla definizione di una coalizione. E il premier Benjamin Netanyahu può annunciare la formazione di un governo, realizzato con il sostegno di Yesh Atid e del Focolare ebraico (Habayit Hayehudi) di Naftali Bennet.
Nelle ultime ore sono state messe da parte le divergenze che impedivano la firma di un patto di governo. Tra le ultime questione che erano rimaste da risolvere, il nome del numero due di Netanyahu. Sia Lapid che Bennet hanno rinunciato alla carica di vicepresidente, che il Likud in precedenza aveva promesso. In Israele il titolo ha peraltro un valore quasi cerimoniale, privo di poteri reali.
Il 33esimo governo israeliano ha così una composizione chiara a solo un giorno dal termine fissato. Entro domani Netanyahu avrebbe dovuto presentare al presidente Perez il nuovo esecutivo. Al partito di Bennet dovrebbero andare quattro dicasteri, a Lapid cinque. Sarà proprio l'ex giornalista a guidare il ministero delle Finanze. Nel nuovo esecutivo non ci sarà posto per le formazioni ultra-ordotosse che in passato sedevano alla Knesset, a cui Bibi ha dovuto rinunciare per strappare l'accordo a Yesh Atid e Habayit Hayehudi.
538em;">Con l'ingresso al governo dei nazionalisti di Habayit Hayehudi si realizza quanto annunciato nei giorni precedenti, quando si era parlato di un esecutivo in cui avrebbe pesato maggiormente l'opinione dei coloni degli insediamenti israeliani, alle cui posizione il Focolare è molto vicino. Secondo il Jerusalem Post, il giuramento del nuovo esecutivo potrebbe essere fissato già per domenica.
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