Un duplice attacco bomba ha scossa questa mattina Tripoli, la seconda città più importante del Libano, situata nella parte settentrionale del Paese.
Due veicoli riempiti di esplosivo sono stati fatti saltare vicino alle moschee di Taqwa e Salam, mentre i fedeli uscivano dai luoghi di culto, al termine della preghiera del venerdì.
Vicino al luogo della prima esplosione si trova la casa del premier dimissionario Najib Mikati, che al momento non si sarebbe però trovato in casa.
Dove è saltata la seconda autobomba, non lontano dal porto, si trova invece l'abitazione dell'ex capo della polizia Ashraf Rifi. Secondo il quotidiano Naharnet sarebbe rimasto ferito lievemente insieme alla moglie.
Secondo le cifre ufficiali fornite dal ministero della Salute sono 42 le vittime degli attentati, circa 500 i feriti, in quello che è il peggiore attacco in territorio libanese dalla guerra civile che ha sconvolto il Paese dal 1975 al 1990. Già una settimana fa i sobborghi meridionali della capitale Beirut erano stati colpiti. In quel caso i morti erano stati 27.
Hezbollah ha condannato gli attacchi bomba, definendoli "parte di un piano criminale che ha lo scopo di piantare i semi della discordia tra i libanesi, per portarli a combattere sotto il vessillo di confessionalismo e settarismo".
La tensione in Libano è di certo aumentata da quanto il partita di Dio ha deciso di scendere in campo insieme agli sciiti iraniani in favore del governo di Damasco, combattendo accanto all'esercito regolare siriano contro l'insurrezione, di matrice prevalentemente sunnita.twitter @ACortellari
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.