Ormai siamo alla farsa. Nuovo rinvio della Corte suprema indiana sul caso marò: se ne riparlerà lunedì 24 febbraio. Prima di pronunciarsi la Corte intende ricevere dal governo una risposta scritta sull’eventuale applicabilità della legge antiterrorismo e
antipirateria (Sua Act) al caso dei due fucilieri di Marina. La questione è in mano al ministero della giustizia indiano, ha detto il procuratore generale G. E. Vahaanvati: "Stiamo cercando di venirne fuori e lunedì avremo una risposta definitiva per questo problema". In aula il procuratore ha riconosciuto che il governo indiano, pressato dalla comunità internazionale, è diviso sul tema: "C’è un dibattito tra il ministro degli Esteri, dell’Interno e della Giustizia e abbiamo ancora bisogno di tempo per decidere". Ma due anni non sono un periodo sufficiente per decidere? All'apertura del dibattimento la difesa dei due militari italiani, Massimiliano Latore e Salvatore Girone, ha ribadito che il Sua Act è inapplicabile e di, fronte alle lungaggini giudiziarie, chiesto con forza il rientro in patria dei due marò, ormai da due anni trattenuti in India senza che vi sia ancora alcun capo di imputazione.
L’inviato del governo italiano, Staffan de Mistura, ha lamentato "questo ennesimo rinvio e questo ennesimo ultimatum", e ha annunciato che invierà "immediatamente un rapporto a Roma ed il governo deciderà quali linea prendere". De Mistura ha ricordato come Latorre e Girone siano "trattenuti in India da due anni e due settimane, senza neanche un pezzo di carta, un capo di imputazione". In più, ha sottolineato, "ancora con il rischio del Sua Act, la legge anti-pirateria e anti-terrorismo che, per quanto ci dicono gli indiani, ancora prevede la pena capitale". La posizione italiana, ha ribadito, è chiara: "Il Sua Act è inapplicabile, e due anni e due settimane sono troppi. Adesso sta al nostro governo e a Roma indicare qual è la nostra linea".
Il ministro degli Esteri Emma Bonino reagisce con sdegno alle motizie provenienti dall'India, disponendo l'immediato rientro a Roma, per consultazioni dell’Ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini. E preannuncia "un passo anche con l’ambasciatore indiano a Roma". La responsabile della Farnesina rileva che "a fronte della manifesta incapacità delle autorità giudiziarie indiane di gestire la vicenda, l’Italia proseguirà e intensificherà il suo impegno per il riconoscimento dei propri diritti di Stato sovrano in conformità con il diritto internazionale" e che "l’obiettivo principale resta di ottenere il loro rientro in Italia quanto più tempestivo". No comment dall'India.
"La misura è colma e ancora più grande è lo sdegno che investe tutta la nazione e che non può non propagarsi all’intera comunità internazionale. Su questo caso non c’è giustizia: siamo di fronte a un comportamento ambiguo e inaffidabile delle autorità indiane". Così il ministro della Difesa Mario Mauro in una nota commenta l’ennesimo rinvio. E continua: "La decisione del Governo italiano di richiamare l’ambasciatore in Italia è, non solo giustificata, ma ineludibile e riflette il sentimento del nostro popolo".
La portavoce di Catherine Ashton, capo della diplomazia europea, ammette che l'Ue "è delusa" di apprendere che "dopo due anni dall’incidente la Corte Suprema ha ancora una volta rinviato la decisione su quale legge debba essere applicata" per l’accusa e "ribadisce" che "sarebbe inappropriata l’applicazione della legge antiterrorismo".
"L'India deve rispettare i diritti umani" e il nuovo rinvio "è incomprensibile e inaccettabile". Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, commissario europeo all'Industria e vicepresidente della Commissione Ue, ribadendo la sua opposizione alla applicazione della legge antiterrorismo. "L’atteggiamento dell’India a questo punto diventa ancora più intollerabile - tuona il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato -. Rinvii, un giorno ragioni giuridiche, un altro giorno sollecitazione di valutazioni politiche, non se ne può più. L’Italia deve reagire politicamente in tutte le sedi internazionali e deve pretendere l’immediato ritorno in Italia dei nostri due fucilieri di Marina. Non possiamo più tollerare ulteriori provocazioni attraverso un rinvio eterno da parte dei vari organismi indiani". "L'ennesimo rinvio alla prossima settimana dell'udienza sul caso Marò ci preoccupa molto - dice Andrea Manciulli (Pd), vicepresidente della commissione Esteri della Camera . Per questo il ministro Bonino, a nostro avviso, ha fatto bene a ritirare l'ambasciatore italiano in India. Questa vicenda inizia ad essere difficilmente tollerabile".
E Deborah Bergamini (Forza ITalia) sottolinea che "questa catena di rinvii e di scaricabarile tra istituzioni indiane, per cui ogni volta sembra l’ultima ma poi non lo è mai, ha assunto i tratti di una intollerabile presa in giro nei confronti dell’Italia".
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