Il mondo salvi la cultura tunisina dall’assedio dei fanatici di Allah

Una minoranza islamica violenta cerca di imporre la sua legge nell'ateneo di Tunisi. E il governo tace. L'appello di Amel Grami, docente all'università di Tunisi

Il mondo salvi la cultura tunisina dall’assedio dei fanatici di Allah

Appello per un Comitato per la difesa dell’Università Manouba, minacciati dai militanti «salafiti». Si può firmare su http://www.petitions24.net/

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Altro che "Primavera araba"! La Tunisia, considerato lo Stato arabo più laico e moderato sulla sponda meridionale del Mediterraneo, si sta trasformando in uno Stato teocratico violento, dove persino la libertà d'istruzione viene messa a repentaglio dai fanatici di Allah che stanno imponendo il niqab, il velo integrale alle studentesse, come premessa per la totale sottomissione alla sharia, la legge coranica. Dall'inizio dell'anno accademico 2011-12 la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università della Manouba è diventata il bersaglio privilegiato dei gruppi salafiti che rivendicano il diritto delle studentesse con il velo integrale a seguire le lezioni e a sostenere gli esami. Il rifiuto del preside di Facoltà, Habib Kazdaghli, e dei docenti a cedere alla minacce e soprattutto a venire meno al regolamento dell'istituzione ha scatenato l'ira dei salafiti, protetti dal governo islamista che resta a guardare. L'appello che riportiamo qui di seguito proviene dai docenti che vedono sempre più minata l'autonomia della loro attività e la loro libertà di pensiero.

Sin dall'inizio dell'anno accademico 2011-2012, studenti "salafiti" sostenuti da attivisti e militanti e incoraggiati da partiti islamici organizzati, hanno attaccato numerose istituzioni universitarie, sia per imporre il niqab, il velo integrale islamico, durante le lezioni e durante gli esami, oppure per mostrare la loro disapprovazione relativa al codice di abbigliamento (giudicato irrispettoso) di un docente di sesso femminile, oppure addirittura per sfidare i programmi promossi da dipartimenti e comitati scientifici.
Tuttavia, è la Facoltà di Lettere e Filosofia della Manouba a essere diventata il bersaglio privilegiato di questo piccolo gruppo di facinorosi, che cercano di imporre la loro legge con la forza, terrorizzando i compagni di studio, sequestrando il preside e ricorrendo alla violenza fisica e verbale contro i docenti.. Prendendo intenzionalmente di mira la Facoltà di Lettere e Filosofia della Manouba con molestie implacabili e senza precedenti nella storia dell'università tunisina, questo gruppo è riuscito a interrompere a più riprese nelle aule, e talvolta ha anche impedito agli studenti di sostenere gli esami farsa. L'ufficio del preside è stato messo a soqquadro e la sua integrità fisica è stata messa a repentaglio da un blocco di cemento che, lanciato contro la finestra del suo ufficio, avrebbe potuto colpirlo.

Nonostante queste continue molestie, i docenti, il comitato scientifico, il preside, i sindacati, gli studenti e l'amministrazione della Manouba hanno stoicamente resistito alle aggressioni, al fine di salvaguardare l'anno accademico in corso.
Incoraggiati dal lassismo dei ministri dell'Interno e dell'istruzione superiore, questi salafiti si sono sentiti liberi di scatenare tutta la loro violenza, questi salafiti possono andare oltre e non è escluso che si potranno avere altre vittime tra gli universitari tunisini sia alla Manouba che altrove. I Presidi delle facoltà di lettere in un comunicato pubblicato all'inizio di marzo hanno affermato che le loro istituzioni potrebbero vedere andare in fumo un intero anno accademico.

Il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia della Manouba la cui istituzione è stata scelta dai salafiti per testare la capacità di resistenza degli istituti di istruzione superiore per la violazione dei loro diritti, ha lottato unitamente al Comitato scientifico, ai docenti, al sindacato locale, di preservare l'università , la conoscenza, la libertà accademica, la

dignità di studenti e docenti, nonché la loro integrità fisica. Una gerarchia partigiana sta cercando oggi di dare l'impressione che il Preside è isolato e pretende di condurre docenti e studenti sulle proprie posizioni.

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