Monti: in Afghanistan dopo il 2014

Monti: in Afghanistan dopo il 2014

Roma Anche dopo il ritiro delle truppe fissato per il 2014, l’Italia continuerà ad impegnarsi per la «stabilità e sicurezza» dell’Afghanistan, garantendo risorse e uomini per l’addestramento delle forze di sicurezza afghane. Lo ha confermato il premier Mario Monti, nella conferenza stampa seguita all’incontro con il Segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. «Ho detto al Segretario generale che l’Italia intende proseguire la propria azione a sostegno della stabilità e della sicurezza del Paese anche dopo il ritiro delle truppe nel 2014. Del resto - ha ricordato il presidente del Consiglio - lo avevo già anticipato al presidente afghano Karzai». L’Italia sarà presente «attraverso l’impegno finanziario e di uomini per l’addestramento delle forze di sicurezza afghane. Siamo preoccupati per l’offensiva sferrata dai talebani, per questo ci impegniamo. I tempi esatti dei ritiri dei contingenti saranno discussi tutti insieme dagli Stati interessati».
Quella del 2014 è una scadenza convenzionale, visto che alla Nato si parla di «ritiro graduale e flessibile», ma dopo quella data non dovrebbero più rimanere truppe dell’Alleanza Atlantica in Afghanistan. Dopo la fatidica data gli Usa pensano di lasciare non più di 25mila soldati, che, quando il controllo del territorio sarà interamente riconsegnato al governo di Kabul, avranno compiti di addestramento, protezione e di eventuale appoggio ad azioni militari degli afghani.

Attualmente gli Usa hanno ancora sul terreno circa 95 mila uomini,mentre il contingente italiano consiste attualmente di 3.800 uomini. I britannici ne hanno circa 9mila, che dovrebbero dimezzarsi entro la fine del 2013.

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