Nigeria, islamisti attaccano scuola: 42 morti, studenti bruciati vivi

Assalto all'istituto secondario di Mamudo, nello stato di Yobe: studenti e insegnanti radunati in un'aula crivellata di colpi e data alle fiamme. Sale la tensione in Nigeria

Nigeria, islamisti attaccano scuola: 42 morti, studenti bruciati vivi

In Nigeria continua a scorrere il sangue. Questa mattina un commando islamista a ha attaccato un liceo di Mamudo, nello Stato federato di Yobe. Nel blitz sono stati ammazzati 42 persone: la maggior parte delle vittime sono studenti, ma sono stati uccisi anche diversi tra insegnanti e dipendenti ausiliari della scuola.

Gli aggressori hanno riunito i presenti in un ostello anesso all’istituto, poi vi hanno lanciato dentro bombe a mano e hanno aperto il fuoco all’impazzata. Infine, hanno incendiato la struttura. La maggior parte dei cadaveri presentavano lesioni da arma da fuoco, altri estese ustioni o mutilazioni causate dalle esplosioni. Si ritiene che gli assalitori appartenessero alla setta ultra-radicale Boko Haram: la strage sarebbe stata una rappresaglia per l’uccisione di ventidue loro compagni, avvenuta due giorni fa durante di un’incursione delle truppe governative nella vicina cittadina di Dogon Kuka. Diversi giovani sono riusciti a fuggire per sottrarsi alla carneficina: Ne sono stati tratti in salvo sei: tutti seriamente feriti, sono stati subito ricoverati in ospedale.

Alcuni genitori hanno protestato per la mancanza di militari o poliziotti a presidio della scuola, nonostante lo stato d’emergenza in vigore da metà maggio in tre Stati nigeriani, compreso appunto quello di Yobe. Un ulteriore eccidio è stato frattanto perpetrato nello Stato centrale di Benue, dove pastori musulmani di etnia fulani hanno assaltato un agglomerato abitato da agricoltori, per lo più cristiani appartenenti al gruppo tiv.

Numerose case sono state bruciate e, stando ai mass media locali, venti persone avrebbero perso la vita. Le violenze legate ai diritti di pascolo sono frequenti nel Paese africano, e nelle regioni centrali si combinano spesso alle tensioni interreligiose.

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