Terremoto in Cina: il Partito comunista ha rimosso dal suo incarico Bo Xilai, 62 anni, segretario nella metropoli meridionale di Chongqing, nonché ex ministro del Commercio ed ex sindaco di Dalian. Il siluramento è particolarmente importante perché il politico era uno dei candidati a un posto nel Comitato permanente dell'Ufficio politico del partito, il vertice politico di Pechino. Il rinnovo dell'organismo (sette membri su nove) si terrà nel prossimo autunno, ridisegnando la "testa politica" della Cina, con un passaggio di poteri a una generazione più giovane. L’annuncio che Bo è stato "sostituito" dal vice primo ministro Zhang Dejiang, è stato dato in poche righe dall’agenzia ufficiale Nuova Cina.
Con la sua battaglia contro la criminalità organizzata e con il rilancio della cosiddetta "cultura rossa", che riprendeva slogan e parte dell'ideologia delle Guardie Rosse degli anni Sessanta e Settanta, Bo Xilai era diventato popolare in tutta la Cina. Ma le cose per lui sono precipitate a febbraio, quando il suo ex-braccio destro Wang Lijun, il superpoliziotto star della lotta alla mafia e alla corruzione, si è rifugiato nel consolato generale statunitense di Chengdu, uscendo il giorno dopo senza che si sia mai saputo se abbia chiesto asilo politico. Subito bollato come "traditore", Wang è finito sotto inchiesta. Ieri il premier cinese Wen Jiabao ha preso pubblicamente le distanze dalla "dirigenza del Partito di Chongqing". La cosa peggiore, per Bo, è che alla destituzione non ha fatto seguito, come avviene di solito, l'annuncio di un nuovo incarico. E questo fa pensare che ormai il politico sia caduto in disgrazia.
Ma sul web Bo Xilai spopola
Il siluramento dell’ex capo del Partito comunista di Chongqing ha scatenato una valanga di commenti, favorevoli a Bo, sui social network e i microblog sostituti di Twitter. "Fino ad ora non avevo capito il significato dell’espressione uccidere con le parole", scrive un cittadino che si firma Ding Chao, che cita le parole critiche verso la Rivoluzione culturale - il movimento di Mao Zedong per liberarsi dei suoi rivali politici - pronunciate ieri dal premier Wen Jiabao. Bo Xilai, famoso per aver promosso una riscoperta della "cultura rossa", le parole di Wen sono state interpretate come un attacco contro di lui.
Altri sul web dicono di voler organizzare manifestazioni di protesta, cosa peraltro quasi impossibile (ed estremamente pericolosa) in Cina.
C'è pure chi si spinge oltre e propone di segnare sul calendario il 15 marzo "come una data storica per il Partito comunista". E la sfida al regime va avanti: "Chi difenderà ora i diritti dei cittadini? La dittatura comunista deve finire e deve essere sostituita dalla democrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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