I vescovi francesi si fidano di Nicolas Sarkozy, seppure le anime dell'episcopato transalpino siano diverse. Ma più di loro è la base (che comunque rappresenta soltanto il 15 per cento dell'elettorato totale) a preferirlo in modo sostanziale: secondo un sondaggio condotto dall'istituto Harris Interactive per il settimanale cattolico La Vie , infatti, al primo turno il 47 per cento dei cattolici ha votato Sarkozy mentre soltanto il 14 per cento si è espresso in favore di François Hollande.
Certo, c’era un tempo in cui il feeling tra la Chiesa cattolica e Sarkozy era ben più radicato di quanto non lo sia ora. Ma il sondaggio Harris Interactive resta comunque significativo e positivo per il presidente uscente.
Era il 2001, l'anno in cui lo scontro tra civiltà esplose. Sarkozy non mancò (era allora ministro dell'Interno) di richiamare il valore della religione cattolica e delle altre religioni in generale. Puntò molto sul concetto di «laicità positiva» tanto cara all’allora cardinale Joseph Ratzinger e il Vaticano iniziò ad apprezzarlo. «Mi piace molto questo ministro - disse il cardinale francese Jean-Louis Tauran, oggi uomo di peso del dialogo interreligioso- perché non ha paura di parlare di religione, affermando che i cristiani non devono vergognarsi della loro fede e non devono avere nessun complesso di inferiorità». L'opposto, insomma, da chi, come ha fatto Hollande in queste settimane, ha dichiarato di voler inserire in Costituzione la legge del 1905 sulla separazione tra Chiese e Stato. Il feeling della Chiesa cattolica con Sarkozy crebbe negli anni e culminò nel 2007 quando egli ricevette, nella basilica di San Giovanni in Laterano per le mani del cardinale Camillo Ruini, il titolo di Canonico d'onore della basilica.
Oggi molte cose sono cambiate, ma la tendenza da parte dei fedeli cattolici francesi di votare a destra sembra essere immutata. Già qualche mese fa un altro sondaggio realizzato dall’istituto Tns- Sofres per il settimanale cattolico francese «Pèlerin» e il Centre Sèvres (Facoltà gesuita di teologia e filosofia) di Parigi, rese evidente la cosa. Secondo il sondaggio Sarkozy aveva il consenso del 33 per cento dei cattolici contro il 25 di Hollande. Un consenso che, sempre secondo i risultati del sondaggio, sarebbe cresciuto al secondo turno dove il 53 per cento dei cattolici ha dichiarato che avrebbe votato per Sarkozy e il 47 per cento per Hollande. Dati che confermano la tendenza già in atto dal 2007 quando ancora il quotidiano cattolico francese La Croix scrisse che Sarkozy aveva conquistato il 33 per cento delle preferenze cattoliche contro il 22 per cento della candidata socialista Ségolène Royal.
Ma il mondo del cattolicesimo francese è più variegato di quanto i sondaggi dicano. Al suo interno resistono e si espandono sacche di cattolici tradizionalisti e ultra tradizionalisti che, si dice, abbiano appoggiato Marine Le Pen da quando ella ha preso le redini del Fronte Nazionale dopo il ritiro del padre. Il 21 per cento dei fedeli cattolici francesi, infatti, la preferirebbe agli altri candidati. Non poco. La preferenza di questi gruppi di destra cattolici per Le Pen ha provocato non pochi grattacapi ai vescovi del Paese. Il 19 gennaio è stato dato alle stampe il testo «Estrema destra, perché i cristiani non possono tacere» co-firmato da Etienne Pinte, deputato dell'Ump ed ex sindaco di Versailles, e da padre Jacques Turck, ex direttore del Consiglio nazionale Famiglia e Società della Conferenza episcopale francese e parroco a Issy les Moulineaux. Nel volume i due attaccano a testa bassa la tiepidezza delle gerarchie verso i fedeli che preferiscono l'estrema destra. Insieme si spendono per mettere in rilievo l'incompatibilità dei valori del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa con i programmi politici dei partiti di estrema destra. «Il nostro libro - ha dichiarato Pinte alla rivista teologica progressista Témoignage chrétien - non dice di non votare per il Fronte Nazionale ma ricorda ai cristiani che è contraddittorio da parte loro aderire a queste tesi». E ancora: «Rappresenta il rifiuto della differenza, dello straniero. La Chiesa, è invece accoglienza».
Il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente dell'episcopato, ha cercato di gettare acqua sul fuoco e non insistere sull'idea che i cattolici votino a destra, ma ci è riuscito soltanto in parte. È vero, nel volume intitolato «Quelle société voulonsnous? » e dato alle stampe qualche mese fa, egli ha voluto ribadire che non ci sono indicazioni di voto da parte della Chiesa, ma solo «elementi di discernimento per illuminare le coscienze». Ma quando ha ricordato che tra questi elementi c'è la difesa della vita e della famiglia tradizionale in molti hanno sottolineato che il de profundis della Chiesa per Hollande era scoccato.
Vingt-Trois è stato chiamato a prendere le distanze
da FN e ha risposto così: «Ci sono dei valori evangelici che noi cerchiamo di mettere in pratica ad esempio rifiutando un programma che si fonda sul rifiuto dell'altro, ma questo non è il caso solo del Fronte Nazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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