Il no della Gran Bretagna a un attacco militare in Siria aveva fatto sperare in una soluzione diversa per mettere fine alle violenze nel Paese. Ma, mentre Barack Obama ha detto che gli Usa sono pronti a intervenire anche da soli, Francois Hollande non esclude un intervento in Siria prima di mercoledì, giorno in cui il parlamento francese si riunirà per discutere dell'operazione.
"Il no dei britannici non cambia la posizione della Francia, determinata a intervenire in Siria con un'azione proporzionata e ferma", ha detto il presidente in un’intervista al quotidiano Le Monde, "Un insieme di indizi va nel senso della responsabilità del regime di Damasco. Il massacro chimico di Damasco non può, né deve restare impunito. Altrimenti ci si assumerebbe il rischio di un’escalation che sdrammatizzerebbe l’uso di queste armi e minaccerebbe altri Paesi. Non sono favorevole a un intervento internazionale che abbia lo scopo di liberare la Siria o rovesciare il dittatore, ma ritengo che si debba frenare un regime che commette l’irreparabile contro la sua popolazione".
Intanto, mentre diverse navi statunitensi, inglese e russe si muovono verso le coste siriane, in Israele è stata predisposta una batteria di "Iron Dome" (il sistema di difesa antimissilistica) nell'area di Telaviv, minacciata ieri dall'Iran in caso di attacco a Damasco.
Prova a smorzare i toni Emma Bonino che avvisa: "Si comincia sempre così, con gli attacchi mirati, senza mandato dell’Onu. La Siria ovviamente reagirà.
Da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale. Anche se sembra più lento, più duro e a volte sembra non riuscire, la tenuta della pressione diplomatica e della politica è l’unica soluzione perseguibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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