Siria, Mosca contro le armi: "No a iniziative militari"

Continuano le violenze in Siria, ma Mosca ribadisce il veto a qualsiasi operazione militare decisa dall'Onu. Ieri molti Paesi hanno espulso l'ambasciatore siriano

Siria, Mosca contro le armi: "No a iniziative militari"

Continuano le violenze in Siria: solo ieri secondo l'opposizione sarebbero morte 98 persone, tra cui 61 civili. Il massacro dei bambini di Houla testimoniato dalle immagini forti fatte circolare dagli attivisti ha sconvolto la comunità internazionale: diversi Paesi, tra cui l'Italia, hanno deciso di espellere l'ambasciatore siriano dal proprio territorio. L'Onu prova a far la voce grossa, a chiedere al presidente siriano Bashar al Assad di lasciare permettendo una transizione politica pacifica.

A mettere i bastoni tra le ruote è la Russia, che insieme alla Cina fin dall'inizio si è opposta a qualsiasi intervento. Ieri Mosca ha ribadito che non ha intenzione di seguire l'esempio degli altri Paesi e che non prenderà alcun provvedimento contro l'ambasciatore siriano: "Certamente questa misura non viene presa in considerazione dal mio Paese", ha detto l'ambasciatore russo all'Ue, Vladimir Chizho, aggiungendo che delle violenze sono "responsabili molto probabilmente entrambe le parti". Oggi il viceministro degli Esteri Ghennadi Gatilov rincara la dose e ricorda all'Onu che porrà il suo veto ad ogni iniziativa militare a Damasco.

L'Onu intanto va avanti e prosegue i colloqui con le autorità siriani.

Ieri l'inviato speciale, Kofi Annan, ha incontrato Assad, mentre oggi vedrà Re Abdallah e il ministro degli esteri Nasser Jawde. Venerdì, invece, si dovrebbe riunire in seduta speciale il consiglio dei diritti umani a Ginevra.

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