Continua il battibecco a distanza tra Stati Uniti e Russia per la questione siriana. Da una parte Washington assicura di avere le prove dell'uso di armi chimiche da parte del governo di Assad e insiste per un intervento militare. Dall'altra Mosca, alleata storica di Damasco, frena e minaccia ritorsioni.
"Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di concreto e che non ci convincono", ha detto il ministro degli Esteri russo, Lavrov, "Non ci sono né mappe geografiche né nomi. Inoltre ci sono molte incongruenze, restano moltissimi dubbi. Non ci sono fatti, ci sono semplicemente dichiarazioni che loro sanno per certo. E quando voi chiedete delle conferme più dettagliate loro dicono che è tutto segreto e che per questo non possono farci vedere: vuol dire che non vi sono elementi per la cooperazione internazionale".
Barack Obama può però contare sull'appoggio di diverse forze occidentali, tra cui Israele. Shimon Peres ha detto oggi di avere "piena fiducia" negli Usa: "Io non penso che la ponderatezza sia un balbettio. Nel suo caso è meglio andare verso un conflitto con l’appoggio del Congresso, piuttosto che senza. Obama è un uomo ponderato: suppongo che lui pensi che otterrà quel sostegno".
L'attacco con armi chimiche a Damasco "non può essere ignorato", dice il segretario della Nato, Rasmussen aggiungendo che l’uso di tali armi è "considerato una minaccia alla sicurezza". "Restare fermi darebbe la risposta sbagliata ai dittatori di tutto il mondo", sottolinea, "La comunità internazionale deve rispondere. Deve evitare che in futuro ci siano altri attacchi con armi chimiche"
Per la via diplomatica è invece l'Italia. "Gli interventi finalizzati a ottenere la pace sono la strada maestra, perché attraverso il tempo di contenimento dei conflitti la pace venga raggiunta", ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, "Quando possono scatenare rimedi peggiori del male, vanno compresi e quindi impediti. Il caso Siria a quale delle due categorie appartiene? Credo che la pausa di riflessione che i parlamenti britannico, quello francese e il congresso americano si sono presi voglia definire esattamente questo". Già nei giorni scorsi Emma Bonino aveva escluso un intervento militare da parte del nostro Paese senza il consenso dell'Onu.
In serata il premier Enrico Letta ha chiesto alla Russia di "tenere conto del gesto di buona volontà del presidente Usa". U
538em;">na nota della Farnesina ha invece smentito voci emerse nel pomeriggio, secondo le quali l'Italia sarebbe di nuovo stata scelta come luogo per un incontro dei "Paesi amici della Siria", che si sarebbe dovuto tenere l'otto di settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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