Dopo più di un mese di silenzio sulla vicenda, la France Press ha confermato oggi il rapimento in Siria di James Foley, freelance che lavorava per l'agenzia e per il GlobalPost.
Il sequestro del giornalista è avvenuto lo scorso 22 novembre, vicino a Taftanaz, nella provincia di Idlib. Fino ad oggi del fatto non si era saputo nulla per una precisia strategia delle testate per cui Foley lavorava.
In un primo momento GlobalPost e France Press avevano sperato di aiutare a velocizzare il rilascio di Foley mantenendo il silenzio stampa sulla vicenda. Una decisione presa insieme alla famiglia del giornalista.
Dopo oltre un mese di attesa i Foley hanno però rotto gli indugi, confermando il rapimento, ad opera di uomini armati. Nei giorni scorsi è stato creato un sito (www.freejamesfoley.com) e un account twitter per diffondere notizie sul sequestro.
L'ultimo articolo del giornalista rapito era stato pubblicato sul GlobalPost. Raccontava la frustrazione degli abitanti di Aleppo per un conflitto che non accenna a concludersi. Il 22 il sequestro da parte di quattro uomini armati di kalashnikov. Rilasciati autista e traduttore che erano con lui. Con Foley si troverebbe invece un secondo giornalista.
Foley aveva già coperto Afghanistan e Libia. Nel 2011 era stato rapito nel Paese di Gheddafi insieme a tre colleghi: Clare Gillis (poi uccisa), Manu Brabo e il sudafricano Anton Hammerda. Autori del sequestro un gruppo di sostenitori del regime.
Taftanaz: scontri in corso da tempo
Il sequestro di James Foley è avvenuto nei pressi di Taftanaz, dove si trova una base militare a lungo oggetto di contesa tra i ribelli e le forze fedeli al governo di Assad.
Le operazioni contro l'aeroporto militare vanno avanti da tempo, almeno da aprile 2012. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, pubblicato a ottobre, la città sarebbe tra quelle su cui l'aviazione siriana ha sganciato bombe a grappolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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