La storia non si scrive, si twitta

Un pagina di storia scritta a "colpi" di 140 caratteri. Da Twitter Obama ha commentato, gli americani hanno festeggiato e i grandi del mondo si sono congratulati

La storia non si scrive, si twitta

Una volta la storia si scriveva. Ora si twitta. L'immagine che sintetizza e prevede tutto, la campagna elettorale, il testa a testa e la vittoria, è solo una: quella spedita su Twitter da Barack Obama. Lui e lei, il presidente e la first lady, abbracciati chissà dove e appoggiati su uno sfondo di nuvole. Un'immagine che con un cinguettìo è entrata nella storia, passando per le home page di tutti i siti del mondo. La foto più ritwittata di tutti i tempi. Un record nel record. La notte più lunga, lo spoglio scheda per scheda, è stata seguita da milioni di persone che hanno generato un fiume di tweet: venti milioni di messaggini. Un altro primato: è la notizia più twittata della storia. Mezzo mondo ha scritto e l'altra metà ha letto. E, in questa notte, il sito di microblogging ha fatto da autostrada interplanetaria a tutte le comunicazioni più importanti. Lì gli americani hanno comunicato il loro voto, hanno discusso e poi festeggiato.

Sempre da Twitter Obama ha commentato a caldo la vittoria, Michelle ha ringraziato il Paese e da lì sono arrivate le prime critiche e le molte congratulazioni. Le pagine di storia si scrivono in piccoli capitoli. Anche di 140 caratteri.

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