Inasprite le norme per i ricongiungimenti familiari tra immigrati, carcere per i richiedenti asilo che commettono illegalità, maggiori respingimenti delle richieste di asilo. E ancora giro di vite contro i mendicanti e i rom, più autostrade e aumento dei limiti di velocità. «Ora abbiamo una mano sul volante e vogliamo che si senta» ha detto Siv Jensen, la leader dell'estrema destra, il Partito del Progresso, che in Norvegia ha trovato l'accordo coi Conservatori ed entrerà nel nuovo governo (l'insediamento la prossima settimana) figlio delle elezioni del 9 settembre.
L'accordo con la leader dei Conservatori Erna Solberg, futuro primo ministro, è stato raggiunto su una piattaforma programmatica di 75 pagine ma le prime reazioni al documento programmatico presentato dalle bionde leader delle due formazioni che comporranno il nuovo governo di minoranza non sono state finora benevole.
Ci sono, è vero, alcuni punti che erano stati chiesti anche da altri partiti che non sono entrati nella coalizione (i centristi), come le misure anti accattonaggio e immigrazione, ma altri progetti sono stati già criticati. Per quanto riguarda il bando a mendicanti e questuanti, il governo che sarà guidato da Solberg ha già fatto sapere che chiederà ai comuni, senza una legge nazionale come in Finlandia e Danimarca, di vietare l'accattonaggio in modo da espellere dai centri cittadini soprattutto membri della comunità rom, un fenomeno che secondo la dura Jensen «è in continua, costante crescita». E che a detta del suo partito - che in passato fu quello dello stragista di Oslo e Utoya Anders Breivik - non fa che accrescere l'insicurezza dei cittadini, foraggiare il traffico di esseri umani, indurre al crimine.
All'alleana di governo fra conservatori e destra xenofoba si è arrivati dopo che liberali e cristiano democratici, si sono sfilati garantendo al massimo un appoggio esterno e trasformando l'ultradestra in una pedina indispensabile.
Le accuse maggiori al nuovo programma riguardano i temi ambientali.
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