Non accenna a placarsi la querelle che si è scatenata in Turchia intorno alla decisione del premier Erdogan di bloccare l'accesso al popolare social network Twitter. Dopo la censura scattata in seguito alle minacce del premier (che già durante le proteste di piazza Taksim aveva definito "una disgrazia" il social dell'uccellino cinguettante), è stato registrato un nuovo dominio, "mtwitter", che si presenta come un tentativo semiserio di sostituire il sito oscurato dal governo.
Il nome deriva infatti da un gioco di parole costruito su una frase pronunciata proprio da Erdogan nel comizio in cui aveva minacciato di censurare il social: "Twitter, mwitter kokunu kaziyacagiz", aveva dichiarato il premier, una frase traducibile approssimativamente con "Sradicheremo Twitter e tutto il resto". In realtà non è ancora chiaro se si tratti di un'iniziativa lanciata da oppositori di Erdogan oppure da suoi sostenitori: sul sito infatti appare per il momento solo una frase, che recita: "Dicci di chiudere e noi lo faremo, Padrone. Siamo pronti".
Ancora più singolare è però il siparietto che si è consumato tra Erdogan e il presidente Abdullah Gül, che ha scelto di esprimere il proprio dissenso contro la misura decisa dal premier utilizzando proprio il social network censurato: "Un divieto completo sulle piattaforme dei social media non può essere approvato. Io spero che questa situazione non durerà a lungo", ha twittato Gül in barba al bando governativo.
Il divieto di Erdogan ha provocato reazioni di protesta in tutto il paese: l'associazione degli avvocati turchi ha presentato una richiesta in tribunale per la revoca del provvedimento e anche il principale partito dell'opposizione ha protestato contro la misura governativa.
Dalla California, intanto, Twitter fornisce indicazioni su come aggirare il blocco: mandando un sms che inizi con la parola Start ai numeri 2444 (per gli operatori Avea e Vodafone) e 2555 (per Turkcell).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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