La visita della Nazionale italiana di calcio al campo di stermino di Auschwitz è un gesto molto apprezzato dalla direzione del Museo che però coglie l'occasione per rinnovare la richiesta di rendere l'evento quanto più privato possibile, evitando di portare simboli riconducibili agli europei di calcio. È lo stesso direttore del museo, Piotr Cywinski, che parlando con i giornalisti ha confermato che la visita avrà luogo domani e toccherà sia la parte vecchia del Museo di Auschwitz, dove c'è il padiglione con la mostra sul martirio degli ebrei italiani, e sia la parte chiamata Birkenau, aperta nel 1943, che dista circa tre chilometri dall'altra, dove c'è il binario lungo il quale venivano scaricati gli ebrei arrivati dalle diverse zone d'Europa compresa l'Italia. Cywinski ha ricordato che anche per garantire la calma e la sicurezza nelle visite durante il campionato europeo di calcio secondo le misure restrittive interne in vigore dal 1 giugno i visitatori del museo non potranno portare bandiere nazionali, o sciarpe oppure le borse o i zaini con i simboli delle proprie squadre. «Si tratta di un luogo del martirio di oltre un milione di persone» ha sottolineato il direttore secondo quale non va mai scordato che il Museo di Auschwitz, che simboleggia l'intero Olocausto è anche un grande cimitero.
Una visita, quella degli Azzurri di Cesare Prandelli al più famoso lager nazista, molto apprezzata anche dalle Comunità ebraiche italiane. «Il vostro viaggio sfida gli orrori del passato per indicarci, attraverso nuove e forti forme comunicative, la strada da percorrere nel realizzare un futuro di fratellanza in cui l'odio non possa essere più immaginabile. Come ebrei italiani, come identità che ha nella lotta a ogni forma di razzismo, di violenza e di xenofobia un punto inalienabile, sarà un onore essere al vostro fianco». Si chiude così il messaggio inviato dal presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna e dal consigliere Vittorio Pavoncello al direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini alla vigilia della visita che domani gli Azzurri compiranno al campo di Auschwitz. «Sempre più spesso, anche a causa della progressiva scomparsa dei Testimoni, ci si interroga - spiega la lettera di Gattegna e Pavoncello - su come trasmettere il valore della Memoria alle nuove generazioni. Ci domandiamo quali corde toccare per far comprendere ai più giovani una tragedia che ha colpito l'intera umanità e dalla quale è necessario imparare per costruire un avvenire di pace e libertà per tutti i popoli del mondo. La visita della Nazionale di calcio al campo di Auschwitz può essere una straordinaria opportunità in questo senso». Una visita che avrà il suo momento culminante, dicono ancora i due rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane, «nell'incontro con i Testimoni» e che «dovrà essere accolto da tutti con rispetto e profonda partecipazione».
Dalle 10 su Raisport 1 sarà possibile seguire l'evento in diretta con il commento dello scrittore e attore Moni Ovadia, il giornalista ed esperto della Shoah Roberto Olla, il direttore del «Guerin Sportivo» Matteo Marani, autore del libro «Dallo scudetto ad Auschwitz».
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