Ormai tutti sanno che Ilaria Salis è stata eletta al parlamento europeo grazie alle 170mila preferenze ottenute nelle circoscrizioni nelle quali era stata candidata. E si sa anche che la maggior parte dei suoi voti arrivano dai giovanissimi che vedono in lei ciò che loro sognano: azioni illegali premiate con un lavoro da oltre 10mila euro al mese e numerosi benefit. Quindi l'hanno voluta in parlamento per rappresentarli e ora Salis è lì, a nome di tutti gli italiani. Ma è scorrendo i suoi social che ci si rende conto che questa elezione ha smosso qualcosa, e non in meglio. Nel profilo Instagram di Salis, infatti, si può individuare facilmente un prima e un dopo dell'elezione.
Il prima è rappresentato da quei post che la neo-eletta con Avs ha fatto prima dell'8 e 9 giugno, quando lei, e chi per lei, hanno fatto campagna elettorale. In quei frangenti erano tanti i messaggi di supporto da parte di chi annunciava il suo voto, di chi la sosteneva, di chi la incitava ad andare avanti con le sue idee. Messaggi soggettivamente non condivisibili ma oggettivamente legittimi. Anche se a molti (soprattutto a sinistra) non piace, l'Italia è una democrazia in cui vige la libertà di pensiero. Al pari di qualunque altro profilo politico, anche Salis ha i suoi sostenitori che le tirano la volata. Certo, a proposito di libertà di parola, i commenti sotto i post di Salis, che ora rappresenta gli italiani in Europa, sono limitati, ma questo è un altro discorso.
Poi qualcosa è cambiato e si percepisce nettamente il cambio di impostazione dal momento in cui lei pubblica il post con la prima foto al parlamento europeo. Da quel punto in poi, con la granitica certezza della sua elezione, anche se l'immunità parlamentare è vacillante, nei suoi sostenitori scatta qualcosa: è come se si sentissero legittimati a vomitare tutto il loro odio e la loro rabbia, tutelati dall'elezione di Salis, una di loro, in una posizione istituzionale. E così ecco che sotto le foto dell'europarlamentare non mancano le minacce, per esempio, al "collega" Roberto Vannacci, eletto con la Lega. "Devi picchiare Vannacci così si spaventa e torna a piangere dalla madre", scrive un utente. E ancora: "Se si potesse dare un colpo di manganello (a Vannacci, ndr)... Se si potesse". E si prosegue: "Mena Vannacci per noi e porta un po' di sano socialismo in Ue". La replica del generale non si è fatta attendere: "E poi io sarei l'istigatore d'odio! Dopo la Somalia, il Rwanda, lo Yemen, i Balcani, l'Iraq, la Costa d'Avorio, l'Afghanistan, la Libia... Affronterò anche la Salis....".
Ma non finisce qui, perché di commenti vergognosamente violenti, che esaltano ciò per cui Salis è a processo in Ungheria, ce ne sono a decine. "Sono pronto a fare la mia parte, Ilaria. Ambiguità non ce n'è: sono antifascista e alto 1.87", "Picchiare? I fasci si appendono e basta", "I fascisti si picchiano", "È doveroso menare i fascisti", "L'antifascismo in tutte le sue forme è importante e va applicato. Spero non arrivi il tempo del fucile ancora una volta, se così sarà tenterò di portamene dietro più che posso di ratti", "Se sono fascisti occorre ammazzarli e non picchiarli", e si potrebbe continuare a oltranza.
Anche perché si trovano anche commenti contro il premier, come questo: "Meglio statista e occupante precaria che lurida fascio nazista e coatta". Questi sono gli elettori di Salis: chissà cosa pensa l'onorevole quando legge, e non cancella, simili esternazioni di violenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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