Migranti, l'action plan del G7: "Cinque pilastri contro i trafficanti di uomini"

Il ministro Piantedosi, padrone di casa del vertice, assicura il massimo impegno profuso per la sicurezza contro il terrorismo

Migranti, l'action plan del G7: "Cinque pilastri contro i trafficanti di uomini"
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Al termine della riunione interministeriale nell'ambito del G7 degli Interni in corso a Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, il ministro Matteo Piantedosi ha parlato del piano d'azione adottato, che si basa su 5 pilastri condivisi da tutti i presenti per il contrasto ai trafficanti di uomini e dei flussi irregolari. "Il piano di azione prevede prima di tutto il rafforzamento delle capacità investigative e operative delle forze di Polizia, anche attraverso l'avvio di azioni congiunte, attraverso la creazione di una rete di unità specializzate in crimini e indagini nel campo del traffico di migranti e della tratta di persone".

Il secondo pilastro individuato è "il rafforzamento della cooperazione internazionale, sia quella giudiziaria che quella di Polizia, e anche lo sviluppo e la condivisione delle buone pratiche per contrastare i fattori che favoriscono il traffico dei migranti". Il terzo è "l'intensificazione della cooperazione con i Paesi terzi di origine di transito, dei flussi migratori regolari anche attraverso la collaborazione con le organizzazioni internazionali per potenziare i centri multifunzionali che offrono lungo le principali rotte migratorie informazione e di assistenza ai migranti". Quindi, "lo sviluppo e la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione anche in collaborazione con le organizzazioni internazionali". Infine, il quinto pilastro è rappresentato dalla "implementazione della conoscenza e del monitoraggio dei flussi in modo da anticipare le tendenze dei flussi migratori stessi, quelli regolari ovviamente sia a livello globale che a livello regionale".

"Noi oggi, nell'ambito del G7, abbiamo adottato una dichiarazione finale che racchiude e sintetizza i principali impegni condivisi nell'ambito di ogni tematica che abbiamo affrontato", ha proseguito il ministro italiano a margine del vertice, durante la conferenza stampa conclusiva della riunione. "È una dichiarazione che dà linea di continuità con quelle adottate durante le precedenti presidenze, ma presenta allo stesso tempo numerosi elementi di novità. Inoltre, dà seguito al mandato che ci era stato conferito in occasione del G7 dei leader a Borgo Egnazia", ha proseguito il ministro.

L'azione italiana dall'ottobre 2022 è stata mirata a un solo obiettivo: ridurre i flussi di migranti. In questo il governo è impegnato con successo finora, come dimostrano i dati ufficiali, che parlano di una riduzione di oltre il 60% degli sbarchi. In questo contesto si inserisce il modello dei centri per migranti in Albania, che "è destinato a non restare un caso isolato". Sono già 15, ha ricordato Piantedosi, i Paesi che "hanno sottoscritto una richiesta formale alla Commissione Europea di guardare con attenzione a questo modello come possibilità di estensione anche in altre iniziative che possono essere adottate da altri Paesi o messi sotto l'egida dell'Unione Europea". L'attuale commissione, ha aggiunto il ministro, "non ha respinto come visione pregiudiziale e probabilmente si candida a essere seriamente valutata dalla nuova Commissione".

L'acuirsi del conflitto in Medioriente, ha spiegato Piantedosi, "ci impone un rafforzamento dell'attenzione. In riferimento agli scenari di alimentazione di circuiti terroristici confermo che sono sempre in nostra massima considerazione ma non ci sono rilievi di intelligence o di forze di polizia che ci facciano segnare che ci sia qualcosa di particolare che possa destare il nostro allarme". Ma contro il terrorismo, ha assicurato il ministro, "siamo determinati ad adottare qualsiasi misura lecita per garantire ai nostri cittadini il massimo livello di sicurezza".

Il titolare del Viminale ha poi voluto sottolineare che "in Italia da ormai un anno, dall'inizio del conflitto, pratichiamo un livello di massimo innalzamento sotto tutti i punti di vista dei presidi di attenzione. Su questo mi sentirei rassicurare". I problemi principali, ha poi aggiunto, "li abbiamo come riflessi dell'ordine pubblico interno, abbiamo visto l'esperienza di quest'anno".

Questo conflitto, ha spiegato, "ha determinato una radicalizzazione delle posizioni di discussione nel dibattito interno, legittime in quanto tali ma che in alcuni casi hanno visto compiere alcune azioni, una pratica di fare manifestazioni che poi non sempre fossero immuni da preoccupazioni su disordini".

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