"L'Italia ha svegliato l'Europa". Slitta il voto sullo stop alle auto a benzina e diesel

È stato rinviato a venerdì il voto sullo stop dal 2035 alla vendita di nuove auto a motori termici. Esulta il ministro Urso: "Con il nostro no abbiamo svegliato l'Europa"

"L'Italia ha svegliato l'Europa". Slitta il voto sullo stop alle auto a benzina e diesel

La netta posizione adottata dall'Italia si è rivelata utile per porre quantomeno un freno momentaneo all'ultima eurofollia relativa al possibile blocco definitivo alla vendita di auto e altri veicoli inquinanti (alimentati a benzina e diesel) di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Nelle scorse ore il governo di centrodestra ha annunciato il suo parere contrario e questa mattina il voto degli ambasciatori dell'Unione europea sullo stop dal 2035 alla vendita di nuove auto a motori termici, previsto inizialmente per oggi, è stato rinviato alla giornata di venerdì.

La notizia è stata accolta in maniera positiva da Alfredo Urso. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy sul proprio profilo Twitter ha rivendicato la mossa del nostro Paese che, almeno per il momento, ha messo il bastone tra le ruote a quella che potrebbe essere una scelta deleteria per l'Italia e per la stessa Europa: "Con il nostro No abbiamo svegliato l'Europa. Speriamo che altri comprendano che è l'ora della ragione non certo della rassegnazione! Su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026. Cambiare si può".

Slitta il voto sull'eurofollia

Questa mattina il Coreper, ovvero il Comitato dei rappresentanti permanenti, non si pronuncerà per quanto riguarda il regolamento relativo alle emissioni di Co2 di auto e furgoni nuovi a benzina e diesel. Il punto verrà affrontato venerdì 3 marzo. Allo slittamento si è arrivato in seguito alla decisione del governo italiano di schierarsi in maniera contraria in quanto si rischia un passo deleterio in nome della transizione energetica.

Non solo: a pesare sono stati anche i dubbi della Germania e le perplessità di Polonia e Bulgaria. Ecco perché il via libera all'accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento Ue avrebbe seriamente rischiato di non riuscire a ottenere la maggioranza qualificata per l'adozione finale. In sostanza il testo è tornato in bilico. Il che potrebbe aver rappresentato un motivo che ha portato alla scelta di spostare a venerdì la decisione del Coreper.

Il pressing dell'Italia

Proprio nella giornata di ieri l'esecutivo ha fatto sapere che oggi l'Italia avrebbe adottato una posizione contraria alla proposta del bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici dal 2035. Per Gilberto Pichetto Fratin - ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica - l'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici, "contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini".

La volontà del governo è quella di imboccare la strada che porta a una transizione "economicamente sostenibile e socialmente equa": la stella polare resta quella di scongiurare il pericolo di gravi conseguenze occupazionali e produttive per il nostro Paese. Anche perché la scelta delle auto elettriche non dovrebbe essere considerata come l'unica soluzione per arrivare a zero emissioni. La linea è chiara: da una parte pianificare in maniera graduale la transizione; dall'altra promuovere la neutralità tecnologica aprendosi a tutte le vie possibili.

Per Alberto Gusmeroli la transizione energetica e tecnologica deve essere un processo "graduale senza date capestro" e deve porsi la finalità di tutelare "la sostenibilità sociale degli obiettivi fissati dall'Ue allo stesso modo della loro sostenibilità ambientale".

Il responsabile Unità Fisco del dipartimento Economia della Lega ritiene che una progettualità su tempi medio-lunghi "garantisce anche quella stabilità nella legislazione di cui le imprese hanno bisogno per essere competitive e riconvertirsi verso nuove produzioni, insieme a una forte opera di semplificazione".

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