Migranti, Ungheria e Polonia: "diritto sovrano". Europa in stallo

Difficoltà al Consiglio europeo sul nodo delle migrazioni, le posizioni di Polonia e Ungheria sembrano irremovibili: "La politica di immigrazione e d'asilo Ue deve basarsi sul diritto sovrano degli Stati"

Migranti, Ungheria e Polonia: "diritto sovrano". Europa in stallo
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Fonti diplomatiche dell'Unione europea fanno sapere che durante il dibattito tra i leader in Consiglio Europeo sulle migrazioni, "diversi", incluso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, hanno parlato della Tunisia e di come il piano che l'Ue sta cercando di concordare con Tunisi possa costituire un "modello" anche per i rapporti con "altri Paesi" di origine e di transito dei migranti. Tra i leader c'è "molto sostegno" per l'azione che la Commissione Europea sta conducendo nei confronti della Tunisia. Il nodo migranti era il più complicato di tutti quelli sul tavolo per le diverse posizioni dei leader e, infatti, si è creato uno stallo sulle posizioni di Ungheria e Polonia.

I due Paesi, infatti, hanno bloccato l'adozione delle conclusioni sul capitolo delle migrazioni e insistono per inserire un riferimento alla necessità di legiferare sulla materia solo all'unanimità. Oltre a questo, la Polonia vorrebbe poter decidere quali migranti ricollocare. "Il Consiglio europeo è impegnato, in conformità con le sue precedenti conclusioni di dicembre 2016, giugno 2018 e giugno 2019, a tornare al consenso sul pacchetto sulla migrazione e l'asilo, nonché alla sua attuazione", si legge nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo proposta dalla Polonia, mentre il consiglio si sta discutendo della questione migranti per superare le obiezioni di Varsavia e Budapest.

Le condizioni poste dall'Ungheria e dalla Polonia, riferiscono fonti dell'Ue, sono però inaccettabili da tutti gli altri Paesi, che partivano dal presupposto di quanto costruito lo scorso 8 giugno, quando i ministri degli Affari interni avevano approvato un accordo sul Patto per le migrazioni e l'asilo che prevede l'obbligo di solidarietà, che consiste nel ricollocamento oppure nella compensazione. Già in quell'occasione c'erano stati i voti contrari dei due Paesi Visegrad. Ora, il prossimo passo è la negoziazione con il Parlamento. Solo quando sarà stato trovato un compromesso ci si avvierà a un nuovo voto finale: questo è il motivo per il quale Polonia e Ungheria insistono sulla unanimità, in modo tale da poter ancora dire la sua e bloccare l'approvazione finale del Patto per le migrazioni e l'asilo.

"La politica di immigrazione e d'asilo Ue deve basarsi sul diritto sovrano degli Stati membri a definire la propria politica migratoria e decidere chi accettare sul

proprio territorio", prosegue la Polonia nella sua bozza, sottolineando che "spetta agli Stati membri e ai loro cittadini decidere come meglio sostenere i Paesi colpiti da un flusso massiccio di migranti".

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