Il "modello Italia" oltre l'Albania: l'Ue studia un centro migranti in Uganda

Nella riunione pre Consiglio europeo, in presenza di Ursula von der Leyen, il tema degli hub esterni per i migranti irregolari è sato al centro della discussione

Il "modello Italia" oltre l'Albania: l'Ue studia un centro migranti in Uganda
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Mentre in Italia le opposizioni si stracciano le vesti nel criticare i centri per migranti costruiti in Albania a fronte di un accordo con il governo locale, e mentre le Ong fanno da stampella alla sinistra nostrana, l'Europa fa politica reale e guarda con interesse al progetto. L'idea di delocalizzare all'esterno dei confini europei le procedure di asilo piace a molti Paesi dell'Unione, che stanno provando a realizzare qualcosa di simile. L'Albania ha già detto che non accetterà accordi simili con altri Stati ma l'area balcanica è vasta e, infatti, sono state individuate soluzioni alternative. Ma esiste anche un'altra strada che ora si sta discutendo negli ambienti europei, che mira a spostare ancora più indietro il luogo in cui vengono analizzate le domande.

Alcuni Paesi nordici, infatti, stanno "discutendo" in questi giorni un progetto, ancora "in una fase iniziale", che prevede di creare in Uganda un "hub" in cui i richiedenti asilo dell'Africa subsahariana, le cui domande sono state esaminate e respinte, possano essere rinviati prima di essere rimpatriati nei rispettivi Paesi di origine. Questa proposta era sul tavolo del vertice degli 11 che si è tenuto prima del Consiglio europeo, al quale ha preso parte anche il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Non sono state assunte decisioni di alcun tipo per il momento ma è stato un modo, spiegano le fonti, per mettere al corrente il presidente dell'urgenza dei Paesi di trovare soluzioni per la gestione dei flussi migratori all'esterno dei confini dell'Unione.

"È un'idea seria", ha detto il premier olandese Dick Schoof, a margine del Consiglio europeo. La Danimarca, invece, guarda a un progetto più simile a quello italiano, che dovrebbe svilupparsi in Kosovo, sull'impronta di un accordo già sottoscritto. Copenaghen ha già sottoscritto un accordo decennale con il Paese balcanico che prevede lo spostamento di 300 persone provenienti dalle carceri in cambio di 210milioni di euro da riconoscere al Kosovo. "L'Ue in quanto tale dovrebbe utilizzare la leva di tutte le altre politiche, incluso il condizionamento dei visti. Dovremmo anche essere pronti a trarre lezioni, ora che entriamo nella fase di attuazione dell'accordo tra Italia e Albania", si legge nel passaggio dedicato all'immigrazione irregolare approvata stamane dal vertice del Ppe, che rappresenta la forza di maggioranza del parlamento europeo.

"Con lo stesso spirito, dovremmo esplorare opzioni per hub di transito di ritorno che allevieranno la pressione sui nostri sistemi di accoglienza e asilo. Dobbiamo esplorare opzioni per partnership globali con Paesi terzi.

Abusi e perdite di vite umane sono direttamente collegati al contrabbando e agli attraversamenti illegali delle frontiere", si legge ancora. L'Europa guarda al progetto italiano come a un esempio, segno che il governo di Giorgia Meloni, a dispetto di quanto sostenuto per anni dalle sue opposizioni, è capace di fare scuola e di farsi leader in Europa.

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