Ora l'Europa vuole tassarci per i comportamenti a tavola

Il commissario al Bilancio ha proposto di introdurre un "prelievo sugli sprechi alimentari": come se già non bastassero lo stop alle auto a benzina e la riqualificazione energetica delle case green

Ora l'Europa vuole tassarci per i comportamenti a tavola

Ci mancava giusto un'altra ecotassa per rendere più "entusiasti" i cittadini europei. Ma il commissario europeo per la programmazione finanziaria e il bilancio non ha voluto perdere tempo in questo senso e ha deciso di annunciare un "prelievo sugli sprechi alimentari" oppure, in alternativa, "sui rifiuti elettrici". Al momento non c'è ancora niente di scritto: tuttavia l'austriaco Johannes Hahn sembrerebbe essere alquanto determinato sull'argomento e ne spiega il motivo in un'intervista alla Stampa. L'obiettivo è quello di guidare i consumatori verso un comportamento migliore.

È solo l'ultimo balzello in ordine di tempo

"Si tratta di questioni che hanno un grande impatto ambientale", assicura il commissario Ue. Quindi, secondo Hahn, non possono esistere altre possibilità: l'Europa è pronta ad accollarci un altro balzello e ancora una volta lo farà nel sacro nome dell'ideologia green. Evidentemente non erano sufficienti il modello di etichettatura nutrizionale a colori del Nutriscore, lo stop alle auto a benzina – che dal 2035 non riusciremo più a comprare nemmeno volendo – e la direttiva sulla riqualificazione energetica delle case green che arriverà pure prima (sarà effettiva entro il 2030 per gli edifici nuovi): adesso tocca alla tavola. Anzi, agli scarti della tavola.

Certo, lo spreco alimentare è uno spreco doppio e sicuramente non fa per nulla bene: né al portafoglio né all'etica. Ma è altrettanto vero che, nel 2022, l'Italia è riuscita a tagliare il 12% di quei nove miliardi di euro di spreco rispetto all'anno precedente. È quanto indica il report "Il caso Italia 2023" del Waste watcher international observatory on food and sustainability (l'Osservatorio internazionale sullo spreco alimentare). Mettere ora le mani ulteriormente nelle tasche degli italiani – dopo un triennio contraddistinto da Covid, guerra in Ucraina e sanzioni economiche – non è propriamente una prospettiva esaltante. Soprattutto tramite quelle parole che il commissario europeo ha indicato per spiegare il futuro provvedimento: "Ci sarà anche qualcosa per guidare il comportamento dei consumatori". Insomma: una sorta di 'ri-educazione' culturale.

"La commissione è ossessionata nuove tasse per i cittadini"

L’europarlamentare della Lega Marco Zanni critica fortemente questa idea: "Le parole di Hahn purtroppo non ci sorprendono. Passando per una serie infinita di provvedimenti che colpiscono il nostro Paese, questa Commissione europea pare ossessionata dall’idea di promuovere nuove tasse e obblighi per i cittadini. Il contrasto allo spreco alimentare è una battaglia che ci riguarda tutti e l’Italia si è già dotata di una legge che cerca di ridurlo per recuperare il cibo senza tassare i cittadini". Con questa premessa, "imporre nuove punizioni e ulteriori oneri sulle spalle di imprese, famiglie e lavoratori è profondamente sbagliato". Un elemento pare sicuro: sarà complicato spiegarlo ai pensionati che percepiscono la minima che saranno già costretti a cambiare la loro vecchia utilitaria.

Oppure ai condomini dei palazzi popolari che tra un po' dovranno pure riammodernare gli stabili per consumare di meno, ma solo in futuro. Tassarli su quel che non finiscono nel piatto (come si farà tecnicamente, poi, a farlo?) è l'ultima ciliegina su una torta che non è stata (ancora) buttata nell'umido. L'ennesima eurofollia è servita: e non a tavola.

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