
Se c'è qualcuno che consiglia Ilaria Salis sulle note stampa che fa uscire, forse l'europarlamentare ha bisogno di modificare il suo ufficio stampa. Se, invece, è tutto frutto delle sue idee, dovrebbe leggere meglio. In entrambi i casi, prima di uscire sui social con una nota, sarebbe opportuno informarsi adeguatamente per evitare figuracce, a meno che il suo obiettivo non sia quello di inventarsi motivi per attaccare e criticare il governo italiano e la sua politica. Se così fosse, sta riuscendo nel suo intento, perché anche l'ultimo messaggio lasciato su Facebook in cui coinvolge la politica italiana per il caso della maestra licenziata per aver utilizzato OnlyFans non ha alcun senso e non raggiunge alcuno scopo se non quello di fomentare i suoi seguaci.
"Nel 2025 una donna viene licenziata perché ha un profilo OnlyFans. È successo a Elena Maraga, un’insegnante. A lei va tutta la mia solidarietà. Siamo un paese bigotto e oscurantista, che invece di andare avanti torna indietro. La politica, invece di giudicare l’uso che le donne fanno della propria immagine al di fuori del posto di lavoro, dovrebbe occuparsi degli stipendi da fame a cui costringe le lavoratrici", scrive Salis. L'europarlamentare non mette il contesto nella sua nota (e, soprattutto, continua imperterrita a utilizzare la "p" minuscola per inidicare l'Italia, quindi Paese), dove non si fa riferimento al fatto che l'insegnante fosse assunta in una scuola paritaria, non pubblica, di stampo dichiaratamente cattolico. E visto il tenore e il tipo di notizia, questi non sono elementi secondari.
Ma nella costruzione di Salis, dove perfino la politica ha un suo ruolo, quei dettagli non sarebbero stati utili ma, al contrario, avrebbero depotenziato il messaggio. E va capito in che modo la politica, secondo Salis, costringe le lavoratrici (e non i lavoratori) a stipendi da fame, visto che i titolari d'impresa hanno la piena libertà di decidere quale stipendio dare ai propri dipendenti. La propaganda un tanto al chilo di Salis è sempre più spinta e sfacciata, l'europarlamentare è alla costante ricerca di appigli per strepitare contro l'Italia, quando il suo lavoro sarebbe quello di rappresentare il suo Paese (con la "p" maiuscola) in Europa. E questo, è evidente, non lo fa, perché quando interviene da Bruxelles o Strasburgo il suo obiettivo è quasi sempre attaccare l'Ungheria, in un evidente conflitto di interessi.
"Vi sembra normale che Elena, come migliaia di insegnanti, venisse pagata appena 1.200 euro al mese? Ci parlano - a sproposito - di dignità, e poi accettano che i salari siano questi? Elena ha subito un’ingiustizia, deve subito essere reintegrata", è la conclusione di Salis. Nella sua arringa, sembra che l'insegnante fosse costretta a usare OnlyFans perché percepiva uno stipendio non adeguato: sul fatto che le paghe degli insegnanti siano basse si può anche discutere, ma non con laa piega data dall'europarlamentare, perché non tutti gli insegnanti fanno la stessa scelta. E va ribadito, se a Salis fosse sfuggito, che l'insegnante non era assunta nel pubblico, non aveva un contratto con il ministero dell'Istruzione ma con un gestore privato. E l'Italia non ha un'impostazione in cui il governo decide i salari delle aziende private, che non sarebbero tali. Alzi il telefono e faccia una chiamata ai sindacati se desidera che la contrattazione collettiva cambi.
Perché nel suo comunicato ha sbagliato completamente il suo target. O forse potrebbe proporre una candidatura per l'insegnante, così com'è stato per lei, che ora a Bruxelles gode di uno stipendio ben superiore rispetto a quello percepito quando era insegnante precaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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