Qatargate, indagini a tappeto: "Diversi europarlamentari a libro paga"

La procura generale del Belgio sta battendo tutte le strade possibili: c'è anche la possibilità di un coinvolgimento diretto di alcuni europarlamentari

Qatargate, indagini a tappeto: "Diversi europarlamentari a libro paga"

Il Qatargate potrebbe non essersi esaurito con il fermo di quattro persone e l'apposizione dei sigilli negli uffici degli assistenti parlamenti a Strasburgo e a Bruxelles. "Non voglio dire che tutto il parlamento europeo sia coinvolto nella storia, non lo sappiamo. Ma la polizia del Belgio secondo me ha delle informazioni anche su un altro Paese", ha detto Christophe Berti, il direttore de Le Soir, il quotidiano belga che ha fatto scoppiare il Qatargate in un'intervista a Mediaset..

Le ipotesi sul tavolo dei magistrati belgi potrebbero aprire scenari ancora più inquietanti sullo scandalo che sta gettando ombre sulla massima espressione democratica europea. Per il momento, infatti, nessun parlamentare è indagato ma una delle ipotesi sul tavolo della procura federale fa tremare i polsi. Potrebbe, infatti, esserci il coinvolgimento di diretto di alcuni deputati europei nello scandalo che sta animando i corridoi dei due palazzi europei principali.

Infatti, non è escluso che alcuni parlamentari siano a libro paga del Qatar, ossia che esistano pacchetti di voto spendibili in caso di necessità e dietro un preciso corrispettivo in denaro. Ovviamente, si tratta di ipotesi investigative ancora tutte da confermare, che dovranno essere valutate nelle prossime ore, ma questa pare sia una delle strade seguite dagli inquirenti per arrivare alla soluzione del caso. Il sospetto è che i presunti affari a favore del Qatar non siano stati episodi isolati, ma nascondano in realtà una struttura ben organizzata.

I magistrati di Bruxelles, anche grazie alle rivelazioni di Francesco Giorgi, uno degli arrestati che ha deciso di collaborare con i magistrati, vogliono arrivare fino in fondo. L'inchiesta, condotta dal giudice belga Michel Claise è partita dalla declassificazione di parte di un'indagine condotta dalla Sureté de l'Etat, il servizio segreto del Belgio, in collaborazione con altri servizi di intelligence europei. La notizia è stata data dai media belgi Le Soir e Knack, che citano fonti ben informate. L'inchiesta della Sureté sarebbe iniziata nel 2021.

Il sospetto che qualcuno possa aver avviato pratiche corruttive all'interno del parlamento europeo allo scopo di moderare la posizione del Parlamento in merito alle violazioni di diritti umani nell'emirato del Golfo sta prendendo sempre più forma. Al momento sono stati trovati oltre un milione di euro in contanti, in banconote da 20, 50 e 100 euro, in diverse sacche custodite nelle abitazioni di Antonio Panzeri e di Eva Kaili. Soldi che gli investigatori, come rivelano i due gornali belgi, sapevano già di trovare.

I due si trovano agli arresti insieme a Francesco Giorgi e a Niccolò Figà-Talamanca. La moglie e la figlia dell'ex eurodeputato del Pd si trovano, invece, agli arresti domiciliari e per loro potrebbe venir emesso nei prossimi giorni un ordine di estradizione. Una volta scoperto il contante in casa di Panzeri, gli 007 belgi hanno desecretato una parte del dossier, trasmettendolo all'Ocrc, l'Office Centrale pour la Repression de la Corruption, dando il via all'inchiesta del giudice

In relazione all'indagine che riguarda Antonio Panzeri e la sua Ong, la Fight Impunity, il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, durante briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sul Qatargate ha dichiarato che "non ha

ricevuto alcun finanziamento da noi". I fondi europei non sono mai arrivati alla Ong Fight Impunity anche perché, come ha spiegato la portavoce Dana Spinant, "non è iscritta nel registro per la trasparenza".

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