Il treno della transizione green viaggia con ventotto anni di ritardo. In settimana il Parlamento europeo ha dato semaforo verde alla riforma della direttiva Ue del 1996 che stabilisce pesi e dimensioni massime per i Tir in circolazione nell'Unione. La massa complessiva degli autoarticolati passa da 40 a 44 tonnellate; per le spedizioni internazionali e transfrontaliere, sulle strade potranno addirittura circolare i cosiddetti Gigaliner: mezzi con composizioni modulari fino a 25 metri. Bisonti su gomma lunghi quanto sei normali autovetture, che attualmente hanno il nulla osta per muoversi
solamente in pochi Stati membri: via libera in Svezia e Finlandia, la Germania sta effettuando dei test, in Italia sono ancora vietati. Secondo Bruxelles, autoarticolati più lunghi significano meno viaggi e meno emissioni nocive e la speranza che l'aumento delle dimensioni possa incentivare lo sviluppo dei camion a zero emissioni (le batterie elettriche hanno bisogno di più spazio per essere ospitate a bordo); secondo le associazioni di trasporto ferroviario la nuova direttiva porterà sulle strade europee oltre 10 milioni di camion in più e 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di CO2 rispetto ai livelli attuali. Quello che l'Ue invece tace sono i veri motivi di questa scelta in completa controtendenza con tutti gli annunci green degli ultimi tempi: i valichi alpini chiusi e i lavori a rilento sulle linee ferroviarie hanno
costretto Bruxelles a rimangiarsi la cosiddetta «cura del ferro», premiando ancora una volta il tanto demonizzato trasporto su gomma.
Come al solito la transizione ecologica non può essere una semplice decisione politica: le belle parole e la realtà non sempre vanno d'accordo. In questo caso viaggiano su due percorsi paralleli. Uno su gomma e uno su ferro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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