Fra Salis e Vannacci non c'è partita

Caro Simone,in effetti si tratta di una decisione molto ardita e per questo stesso motivo azzeccatissima

Fra Salis e Vannacci non c'è partita
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Direttore Feltri,

che cosa pensa della decisione di Matteo Salvini di candidare alle prossime elezioni europee il generale Vannacci? Mi risulta che il soldato sia sotto procedimento disciplinare voluto peraltro dal ministro della Difesa Guido Crosetto. A me pare

una scelta troppo ardita, forse l'ennesima sbagliata presa dal leader leghista, che da qualche anno non ne azzecca una.

Simone Polito

Caro Simone,

in effetti si tratta di una decisione molto ardita e per questo stesso motivo azzeccatissima. Matteo Salvini ha dimostrato di possedere coraggio e anche lungimiranza volendo candidare a tutti i costi un personaggio inviso alla sinistra, odiato per avere difeso la libertà di pensiero, per avere osato sfidare le convenzioni, il politicamente corretto, il perbenismo imperanti, di cui buona parte del popolo italiano è arcistufa. Dunque ben venga una candidatura di tale caratura, di tale prestigio e pure originalità.

Eppure tanti storcono il naso, poiché il generale Vannacci è annoverato tra le cattive persone, tra i fascisti, i razzisti, gli omofobi, pur non essendo nulla di tutto questo. E coloro che si scandalizzano e si indignano per il coinvolgimento del militare nella corsa ai seggi europei sono gli stessi che hanno applaudito e celebrato la candidatura di Ilaria Salis, attualmente detenuta in un carcere di Budapest in attesa di giudizio, accusata per avere picchiato selvaggiamente due manifestanti neofascisti durante un raduno in Ungheria. L'insegnante in questione, che mi auguro per lei venga dichiarata innocente e rispedita in Italia, ha un curriculum

modesto, senza nulla togliere ai maestri, il cui ruolo è essenziale all'interno della società. La sua fedina penale è persino più nutrita, dunque alquanto sporca, per usare un eufemismo, direi che essa non è luccicante come un solitario. Compaiono alcune condanne. E con questo non intendo dire che ella debba essere esclusa dalla partecipazione attiva alla cosa pubblica. Però non posso fare a meno di compiere queste considerazioni e concluderne che a suscitare perplessità non dovrebbe essere la candidatura di Vannacci, il cui curriculum vitae è gremito di onorificenze, esperienze, meriti e riconoscimenti, bensì quella di tale Ilaria Salis, maestra e nuova eroina della sinistra, che la osanna non in virtù di quello che la signora ha fatto nella sua esistenza ma in virtù di quello che le viene fatto in Ungheria, dove è stata condotta verso l'aula di tribunale con le catene a polsi e caviglie.

Cosa ha realizzato Salis per l'Italia? Cosa ha compiuto questa donna per la patria o per il popolo italiano? Nulla. Eppure ci scagliamo contro un uomo valoroso che per il suo Paese ha fatto tanto e di più. Chi dei due merita e chi dei due non meriterebbe di essere candidato?

Che poi, in politica, se proprio vogliamo essere onesti, il curriculum conta poco. I partiti candidano cani e porci, sia a destra che a sinistra, anzi, auspicabile sarebbe porre maggiore attenzione alla selezione degli individui da promuovere. Ma stavolta penso che il leader della Lega ci abbia visto giusto. E prevedo che il generale raccoglierà montagne e montagne di preferenze in quanto incarna perfettamente quel senso di frustrazione e di ribellione delle masse nei confronti della dittatura del pensiero che ci impone di adottare certi schemi, di dire determinate cose e di non dirne altre, pena l'isolamento sociale e la macellazione mediatica.

Chiunque ne abbia abbastanza di tutto questo voterà Vannacci, uomo che conosce la disciplina, l'impegno, il rispetto dei valori e dei principi fondativi del nostro ordinamento e al quale rivolgo un sentito in bocca al lupo per la nuova carriera che si accinge ad intraprendere. Non ci deluderà.

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