In un Paese come l'Italia, per tanti versi così squassato, a volte capita di ascoltare storie capaci di rincuorarci. Storie di quell'Italia maestosa e magnifica che tende alla solennità, votata da secoli all'assoluto.
La storia comincia il 30 ottobre 2016, alle 7.40 del mattino, quando una scossa di terremoto con epicentro a Norcia - 5mila abitanti e 2500 anni di insediamento - devasta il centro Italia. Il simbolo della tragedia è la basilica di San Benedetto, il cui crollo viene visto in tutto il mondo. Rimangono in piedi solo l'abside e la facciata.
Ieri, un altro 30 ottobre, sette anni dopo, la basilica è stata riaperta con una Messa solenne. Le mura sono state tirate in piedi pietra per pietra e la volta lignea è di nuovo su. L'uomo ha curato la Bellezza che il sisma aveva sfregiato. E con la basilica è rinato un pezzo d'Italia: con progetti avveniristici dal punto di vista ingegneristico e con una concordia inconsueta da quello politico. Governo, Regioni, comune, sindaci, commissari e privati hanno asciugato le lacrime che erano state versate.
La ricostruzione della basilica di Norcia è un segno di speranza.
Per le popolazioni colpite dal terremoto e per quelle che l'hanno scampato. Significa due cose. Che c'è un'Italia capace di stupire il mondo. E che è sempre possibile ripartire.Questa volta dalla casa, cristiana, del santo patrono d'Europa.
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