Tra una settimana esatta si aprono le urne per le elezioni europee, si vota infatti sabato 8 e domenica 9 giugno. Essendo i seggi di ogni nazione stabiliti per legge - l'Italia ne occuperà 76, meno solo di Germania (96) e Francia (81) - non si vota per portare più Italia in Europa bensì per portarci più libertà. Il monte seggi italiano verrà infatti diviso proporzionalmente tra tutti i partiti che supereranno la soglia del quattro per cento che a loro volta andranno ad allearsi con i partiti «compatibili» degli altri Paesi membri per cercare di formare una maggioranza il più omogenea possibile. E qui sta il punto, se vogliamo qui sta la novità di questa tornata. Per la prima volta infatti - si vota dal 1979 - le destre conservatrici e liberali stando ai sondaggi hanno la possibilità di avere un peso determinante nella formazione del futuro governo rompendo una tradizione di alleanze anomale e pasticciate di centrosinistra
che hanno portato all'attuale paralisi e alla perdita di ruolo tristemente note. Se questa possibilità è sul tappeto lo si deve soprattutto all'affermazione delle destre italiane che una volta al governo hanno sfatato la leggenda costruita ad arte che le dipingeva come un pericolo per la democrazia, per la tenuta dell'Unione europea e del blocco politico-militare occidentale. Il fatto che i principali osservatori europei guardino al caso Italia con sorpresa e rispetto è la prova che Giorgia Meloni e i suoi soci hanno rotto un tabù che sembrava inscalfibile: della destra ci si può fidare, tanto che altri movimenti e partiti di quell'area fino a ieri ritenuta impresentabile - pensiamo alla Le Pen in Francia - hanno velocemente rimodulato parole d'ordine e progetti in senso moderato e si sono messi nella scia del nostro centrodestra. Per rendere concreto questo progetto ora manca la cosa più importante: il
voto dei cittadini.
Certo, la politica in generale non è che faccia proprio di tutto per invogliare la partecipazione ma questa volta la posta in gioco è davvero alta. Per cambiare questa Europa allo sbando l'occasione è adesso o mai più. Quindi, parafrasando ma non troppo Indro Montanelli, tra sette giorni agli scettici e ai distratti dico: «ri-turiamoci il naso e andiamo a votare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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