Meloni e Piantedosi in pressing sull'Ue: le mosse per sbloccare il dossier migranti

Il governo fa sentire la propria voce a Bruxelles e Von der Leyen prende contatti con Meloni sul caos migranti a Lampedusa. Per quanto in ritardo, avviati colloqui anche col Viminale

Meloni e Piantedosi in pressing sull'Ue: le mosse per sbloccare il dossier migranti
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L'Europa batte un colpo. Dopo il boom di sbarchi a Lampedusa avvenuto nelle ultime ore, l'Ue prende finalmente contatti con l'Italia. Merito soprattutto di un pressing fatto nelle ultime ore dal governo italiano, che ancora una volta ha dovuto far sentire la propria voce per svegliare Bruxelles da uno strano torpore proprio sul dossier migranti. Così, a quanto si apprende, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è messa in "stretto contatto" con la premier italiana Giorgia Meloni in merito all'emergenza umanitaria nell'isola siciliana. A comunicarlo, la portavoce della Commissione Ue per le migrazioni, Anitta Hipper, nella conferenza stampa giornaliera a Bruxelles.

"Siamo consapevoli della situazione a Lampedusa e siamo in stretto contatto con le autorità italiane. La presidente von der Leyen è in stretto contatto con il primo ministro Meloni e la commissaria Johansson (Affari interni) avrà più tardi una telefonata con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per avere la sua valutazione della situazione e anche per vedere come possiamo sostenere ulteriormente l'Italia", ha fatto sapere in mattinata la portavoce Ue. Si attendono dunque sviluppi rispetto all'annunciato confronto, preteso in qualche modo dal nostro Paese dopo giornate in cui l'Italia si era trovata - per l'ennesima volta - sola nella gestione della nuova ondata di migranti riversatasi su Lampedusa.

Nelle scorse ore anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aveva lanciato un messaggio a Bruxelles parlando di "solidarietà europea" in riferimento all'ennesimo scontro nell'Eurozona sulla gestione dei migranti. Parole risuonate come un vero e proprio monito, a maggior ragione dopo l'annunciato stop della Germania all’accoglienza di profughi in arrivo dall'Italia e l'intervento della Francia per blindare i propri confini. Stranamente, quell'ennesimo strappo ai danni del nostro Paese si era consumato senza che le autorità europee entrassero a gamba tesa per stigmatizzare la mancata collaborazione di Berlino e Parigi.

Aprendo lo sguardo, il governo italiano aveva espresso tutta la propria preoccupazione per una concatenazione di eventi abbastanza eloquente, per non dire inquietante. "Che ci siano degli interessi internazionali di chi vuole colpire l'Europa attraverso l'Italia, attraverso la gestione dei migranti, è evidente", aveva tuonato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, su Sky Tg24. Con parole ancor più esplicite, il vicepremier Matteo Salvini aveva invece parlato di "atto di guerra".

"Penso che sia qualcosa di voluto e organizzato anche per mettere in difficoltà un governo scomodo", aveva osservato.

Ora l'Europa sembra accorgersi che la situazione è davvero ingestibile. Contatti in corso tra Von der Leyen e Meloni: che sia la volta buona. Ma per davvero.

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