La Commissione europea ha erogato un sostegno finanziario sotto forma di sostegno di bilancio per un valore di 150 milioni di euro a favore della Tunisia. L’operazione fa parte del programma di sostegno alle riforme macroeconomiche a Tunisi approvato dall’Ue e dalla Tunisia nel dicembre del 2023. Soddisfatta la presidente Ursula von der Leyen, che ha ribadito l’impegno di Bruxelles al fianco del Paese africano: “Si tratta di un passo importante nel quadro del nostro accordo di intesa concluso lo scorso anno e di un significativo passo avanti nella nostra partnership”. Ma questa è una notizia molto importante soprattutto per l’Italia.
Dopo un avvio claudicante, l’attuazione del Memorandum d’intesa sul partenariato strategico e globale firmato da Unione Europea e Tunisia è mirata alla stabilizzazione della situazione macroeconomica del Paese di Saied, nonché al miglioramento della gestione delle finanze pubbliche e del clima imprenditoriale. Ma questi assegni chiamano in causa anche la gestione dell’immigrazione. Uno dei punti del MoU (Memorandum of Undestanding) chiama in causa i flussi migratori e da questo punto di vista il premier Giorgia Meloni ha sostenuto con forza il Memorandum firmato da Bruxelles e Tunisi, considerato uno strumento fondamentale per tenere sotto controllo gli sbarchi.
Nonostante le solite campagne di sabotaggio condotte dalla sinistra italiana, l’intesa con la Tunisia ha prodotto risultati importanti. Dopo un’estate rovente dal punto di vista dell’immigrazione illegale, negli ultimi mesi è stato registrato un netto calo di sbarchi. Un do ut des che rappresenta lo zenit della democrazia – il testo evidenzia che la gestione deve essere attuata “nel rispetto del diritto e della legge internazionale” – e che conferma la centralità di Meloni in Europa: il premier è stato il vero demiurgo delle intese con Tunisi, missione tutt’altro che semplice considerando la tempra del collega Saied.
L’erogazione di 150 milioni di euro alla Tunisia rappresenta dunque una tappa fondamentale dell’intesa: grazie a questo denaro il governo tunisino potrà tamponare le necessità di bilancio generate dalla crisi economica e allo stesso tempo sigillerà le frontiere, garantendo controlli scrupolosi sui migranti in arrivo e in partenza dal Paese. Con buona pace della sinistra, costretta all’ennesimo boccone amaro.
Ma non è tutto. Perchè Bruxelles non esclude accordi con altri Paesi, basti pensare alle trattative in corso con Egitto e Mauritania: "Gli Stati membri hanno sottolineato che questi accordi devono essere ben calibrati e tenere conto della situazione specifica dei paesi partner.
Ricordiamo inoltre che questi accordi devono essere negoziati in stretta collaborazione con gli Stati membri che devono anche contribuire attivamente per garantire un'attuazione di successo in un contesto spirito di Team Europe", le parole della Segretaria di Stato per l'asilo e la migrazione del Belgio, Nicole De Moor- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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