I Patrioti Ue fanno ricorso contro il "cordone sanitario"

La famiglia dei sovranisti europei chiede a gran voce alla Corte di giustizia dell'Unione di annullare tutte le nomine votate nelle commissioni all'Eurocamera perché in contrasto con il trattato comunitario

I Patrioti Ue fanno ricorso contro il "cordone sanitario"
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Il gruppo europeo dei Patrioti non accetta il "cordone sanitario" posto in atto dalla maggioranza Ursula e annuncia di avere presentato un ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea per chiedere di annullare le nomine votate nelle commissioni dell'Europarlamento che vede la famiglia comunitaria di cui fa parte anche la Lega esclusa da tutti i posti di responsabilità. Con un post su X i Patriots for Europe hanno comunicato che, nonostante siano il terzo gruppo più numeroso, "non hanno vicepresidenti né questori del Parlamento, né presidenti o vicepresidenti delle commissioni" a differenza invece di composizioni parlamentari molto più piccole. "Questa applicazione del cordone sanitario viola diversi articoli del regolamento interno del Parlamento", spiegano.

Il ricorso, spiegano i Patrioti, è stato avanzato per violazione in particolare di due articoli. Il numero 34, che afferma che all'inizio di ogni legislatura, la Conferenza dei presidenti "si impegna a concordare procedure volte a riflettere la diversità politica del Parlamento nelle commissioni e nelle delegazioni, nonché negli organi decisionali". E poi c'è anche l'articolo 219, secondo il quale la diversità del Parlamento "deve riflettersi nella composizione dell'ufficio di presidenza di ciascuna commissione".

Ecco perché secondo i partiti sovranisti che facevano quasi tutti parte già della ex famiglia di "Identità e Democrazia" la decisione di escludere automaticamente e sistematicamente i membri del Parlamento da qualsiasi posizione di responsabilità basandosi semplicemente sulle loro opinioni politiche e sulla loro appartenenza al gruppo Patrioti per l'Europa è infondata. Anche perché violerebbe inoltre diverse disposizioni, tra cui l'articolo 10 del trattato sull'Unione europea e l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue.

"La natura discriminatoria di tale decisione viola il principio secondo cui tutti i membri del Parlamento dovrebbero poter esercitare pienamente il mandato ricevuto dagli elettori", sostengono. Il gruppo Patriots for Europe (PfE) desidera quindi che i risultati delle elezioni dello scorso 9 giugno tenute democraticamente negli Stati membri "siano riflessi in tutti gli organi di governo del Parlamento europeo senza alcuna discriminazione. Niente di più, niente di meno", concludono.

Oltre alla Lega di Matteo Salvini, appartengono a questa famiglia anche Rassemblement National (Francia), Vox (Spagna), Fidesz (guidato dall'ungherese Viktor Orban), Chega (Portogallo), l'olandese PVV e il fresco vincitore delle elezioni austriache: il Partito della Libertà (FPO).

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