Eventi e blocchi stradali: condannato il rapper Rhove

L'autore di "Shakerando" aveva radunato i fan per il nuovo videoclip: prima in Centrale e poi a Rho

Eventi e blocchi stradali: condannato il rapper Rhove
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Due eventi a distanza di dieci giorni, per girare il videoclip dell'ultimo pezzo in uscita, dal titolo «Laprovince#2». Prima ha chiamato a raccolta i suoi fan in stazione Centrale: «Venite con le biciclette», ha scritto su Instagram Rhove, nome d'arte di Samuele Roveda, tre milioni di ascoltatori mensili su Spotify, il 18 maggio 2022.

Si erano presentati almeno in trecento, tra rider e giovani fan, quel pomeriggio in via Vittor Pisani. Un blocco stradale lampo, che ha causato lunghe code, traffico in tilt, video sui social. Il tutto senza alcuna autorizzazione. Dieci giorni dopo, il 29 maggio 2022, sempre sui social, ha invitato i suoi follower al campo sportivo di Rho, in via Cornaggia. Sono arrivati in tantissimi, a prendere posto sugli spalti, che ospitano circa 500 persone.

Rhove si è posizionato al centro del campo, altri si sono messi a eseguire coreografie, sia all'interno del campo, che sugli spalti, e sono stati accesi anche dei fumogeni.

Per avere violato l'articolo 18 del Testo unico sulla pubblica sicurezza, tra il 18 e il 29 maggio di due anni fa, il giovanissimo autore di «Shakerando», è stato condannato a Milano a una pena lieve: un mese di arresto e 100 euro di ammenda. Stessa condanna per un altro imputato, mentre altri due sono stati assolti. La pm Roberta Amadeo aveva chiesto la condanna di tutti a 3 mesi di arresto e 75 euro di ammenda ciascuno.

Secondo la giudice Paola Filippini della seconda sezione penale del Tribunale milanese, la prima iniziativa si è «senza dubbio» svolta «in luogo pubblico, avendo interessato le vie dedicare al traffico veicolare, creando grave disagio agli utenti; la stessa, in considerazione di tutti gli clementi sopra esposti, ben può definirsi quale riunione pubblica, avendo interessato più di 300 giovani, intenti a seguire il cantante, al precipuo intento di consentire la registrazione di un videoclip musicale, percorrendo le vie del centro della città. Il reato, oltre che correttamente contestato, risulta, inoltre, correttamente ascritto a Roveda, quale promotore dell'evento».

Nel secondo caso, ricostruisce la giudice, «nel corso dell'evento non era presente alcun addetto alla sicurezza e per tutta la serata continuavano a sopraggiungere altri giovani, che si accalcavano sugli spalti». E anche «in questo caso l'iniziativa non era stata previamente autorizzata».

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