Falò per un anno propizio

È quel laccio stretto di secoli che fa montare la guardia al falò e pregare perché Manena bruci prima di Tugnin. Che la Festa di Primavera di Santa Margherita Ligure, quarantaseiesima edizione, da domani a domenica, snobba i cartelloni raffinati, il très chic e il trendy-cool che fibrilla i vips, per danzare scalza in riti propiziatori, scaramantica senza ritegno, godereccia e stregata in cerca dell'anima persa. Con i ragazzi del '64, quelli del Comitato della Festa, che l'hanno acchiappata per le code senza smarrirla mai, ogni anno tra fuoco e scongiuri e frittelle. Allora pescatori, maglia a righe e berretto blu, ad accatastare legna sulla spiaggia e spiare il mare. Oggi i pescatori che furono, stesso occhio all'orizzonte e quel ribaltamento autentico, quasi carnevalesco, che s'aggrappa al magico divinatorio, cancella le regole e viaggia d'istinto. Anche se in quel d'allora l'appuntamento era a San Giuseppe e la commistione rituale una magnifica sintesi di scaro e profano.
Da allora, l'inno alla vita che rinasce dalle ceneri. «La ricordo bambino - ripesca nella memoria l'assessore Alberto Fustinoni - Due giorni di festa, il falò, le frittelle. È bello vederla arrivare ai giorni nostri ed è bello sentirla così partecipata». L'assessore Bernardin parla da uomo del Comitato: «Non è più la festa di Ghiaia, ma di tutta Santa Margherita, l'unica festa vera, non accettiamo defezioni». Perché in tempi «Saraceni» i quartieri di Santa si sfidavano coi falò di San Giuseppe, «una vera guerra, con la legna marcata stretta perché se la rubavano a vicenda». Nel 1964 nasce il Comitato, nel '65 un tentativo di apertura alle donne, «con il risultato che la festa stava naufragando» puntualizza acido Bernardin. Da lì il «vade retro» al gentil sesso, «che tra noi uomini ce la risolviamo sempre. Con le donne è tutta un'altra storia».
Tant'è che l'augurio unanime è che sulla pira alta 20 metri la prima a bruciare sia proprio Manena, «porta bene e così l'anno sarà propizio». C'è anche l'ultraottantenne Michele Capurro, presidente del Comitato, a presentare la Festa, «sempre in prima fila. Poi Dario, che ha chiesto una settimana di ferie per lavorarci a tempo pieno con gli altri». Tutto pronto per domani, alle 20.30 la sfilata per le vie cittadine della Banda Folkloristica di Ghiaia «Rumpi e Streppa» con tanto di «martelletti» artigianali per rallegrare l'atmosfera. Alle 22 sparata dei mortaretti e accensione del falò cui seguiranno i fuochi d'artificio, il tutto condito dalla serata danzante in compagnia de I Caravel. Domenica alle 10.

30 a Ghiaia il concerto della banda cittadina e dalle 14.30 distribuzione delle frittelle di cipolla, baccalà e mele: quattro quintali e mezzo di farina, quattrocento litri d'olio e sei damigiane di vino. Perché opulenza sia.

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