Sarà facile parlarle. Fa lo spot dei telefonini. Ma una conversazione al cellulare con Fiammetta Cicogna è una mezza impresa: cade sempre la linea. «È un problema di batteria» giura. «Comunque ho qualcosa coi campi magnetici, io. Anche con l’antifurto, gli orologi, le penne a sfera. E poi il telefonino si scarica perché parlo troppo». Vent’anni, milanese, è la bionda tastierista della pubblicità della Tim. Dove interpreta più o meno se stessa, nel senso che anche nella vita si chiama Fiammetta e suona il piano.
Allora, uno spot ed è già una star?
«Accidenti... parlano tutti di me».
Sarà contenta...
«Sì. Siamo stati fortunati. Però ci abbiamo messo del nostro: facciamo dei provini mica da ridere».
E la selezione com’è andata?
«Molto divertente. Mi hanno fatto suonare e cantare una canzone».
Fiammetta, tastierista sul serio?
«Sì. Avevo un gruppo con la mia migliore amica: io al piano, lei la voce, bellissima. Ma si è trasferita a Roma. Poi è capitata a fagiolo la Tband».
Suonate insieme anche fuori dallo spot?
«Certo. Ora andiamo a fare le prove qui a Milano, proprio dietro casa mia. Prepariamo il nuovo inedito».
È vero che ha quasi cinquemila amici su Facebook?
«Sì, ma solo perché Facebook ha bloccato le richieste. Ce ne sono ferme ottomila».
Tutti dopo lo spot?
«Tutti dopo. Prima eravamo in cinquanta...»
E tutti uomini?
«No, tantissime ragazze».
Da non credere.
«È vero. Sono gentilissime. Sui blog i più cattivelli sono i maschi».
E che cosa direbbero di male gli uomini su di lei?
«Si inventano di tutto. Fidanzati che non sapevo di avere, qualcuno che avvisa: “Non è poi un granchè”. Tutti mai visti».
Se la tirano, insomma?
«Un po’. Le ragazze sono più dolci e solidali».
Un’eccezione alla regola?
«Capiscono che sono arrivata in tv per caso. Faccio una vita tranquilla, pochi locali. Solo il Jamaica, a Milano. Uso la tv come mezzo di comunicazione. Come Dante usava il volgare».
Per comunicare che cosa?
«Mi considero un buon esempio».
Di che, di come si può essere belle e anti-veline?
«Di brava ragazza, che studia all’università (prima Giurisprudenza, ora Lettere ndr). E che in tv può trovare un lavoro».
Pensa già alla carriera?
«Non mi aspettavo tutto questo. Non so che cosa farò. Mi piace molto scrivere: magari sceneggiature, creazioni di spot».
È vero che scrive una lettera a ogni persona che incontra?
«Sempre. Racconto quel che non sono riuscita a dire, invento storie. Le tengo nelle bozze della mail».
Nello spot flirta con uno dei musicisti. Su internet ci sono gruppi che la invitano a essere, diciamo, generosa. Come finirà?
«Suoniamo e basta. Parliamo solo di musica tutto il tempo».
Nessuno la corteggia?
«Per ora no. Scherziamo».
E su Facebook quanti le fanno proposte?
«Mai».
Non dica che non ci prova nessuno...
«Giuro. Non capisco perché, forse li spavento».
Risponde a tutti i cinquemila?
«Impossibile. Mi servirebbero mille cloni».
Le altre protagoniste degli spot Tim hanno avuto grande successo. Un modello?
«Kasia Smutniak. Bellissima, molto seria».
È solo una leggenda che il papà di Fiammetta fabbrichi candele?
«No, è vero. In famiglia siamo legatissimi, ho tre fratelli maschi».
È la loro cocca?
«Per niente. Mai stata viziata. Sono un maschiaccio».
Una sua intervista ad «A» ha già suscitato scalpore. Avrebbe detto che è di destra...
«Non è proprio andata così. Penso che sia giusto avere delle idee. Ma le etichette non hanno senso. Destra o sinistra non importa, noi giovani dobbiamo informarci».
Ha idee trasversali?
«Sì. È giusto prendere posizione, ma non aderisco a un partito».
Milano è sinonimo di...
«Milan. Tutte le domeniche allo stadio con papà e mio fratello Fabio, spesso in trasferta».
Che cosa farebbe per un’altra Coppa dei campioni?
«Non uno spogliarello. Magari una cena per cinque».
Un po’ pochino. È vero che non cede a nessuno?
«Poco facilmente».
Quante volte si sente dire che è bella?
«Ero grassissima. A 12 anni sono cresciuta 50 centimetri. Mi vedo più che altro simpatica, buona: una di cui tutti si fidano».
Ma che brava ragazza... un’anti-velina, appunto.
«Eh sì. Che ci posso fare?».
Qualche difetto?
«Ho dei piedi orribili, rovinati dalla danza».
E di carattere?
«Sono troppo
Se si blocca almeno non litiga...
«È vero. Però sono testarda, devo avere sempre ragione. A costo di fare l’avvocato del diavolo».
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