Anche quando si mantiene uno stile di vita sano ed equilibrato e non si è mai fumato si può andare incontro, purtroppo, al tanto temuto cancro ai polmoni: a dirlo sono i numeri nazionali su questa tipologia di cancro che colpisce il 20% di chi non ha mai messo in bocca una sigaretta o in genere fumato tabacco. Non solo, ma un recente studio ha messo in luce che due contemporanee mutazioni genetiche che possono aiutare il tumore a progredire in maniera peggiore sono maggiormente presenti nei non fumatori.
La ricerca
Pubblicata su Nature Communications, viene messo in risalto lo studio di alcuni ricercatori del Francis Crick Institute University College che hanno individuato in due impronte genetiche chiamate EGFR e p53 le "porte" per l'aggressività del tumore che resiste maggiormente alle terapie con un'evoluzione ben peggiore di chi ha soltanto la prima tipologia di mutazione genetica. La dottoressa Charles Swanton, autrice principale dello studio, ha spiegato che la comprensione di questi meccanismi aiuterà nella scelta del farmaco ad hoc per curare ogni singolo paziente nella maniera migliore.
Come risponde l'organismo dei non fumatori
Quasi novemila non fumatori italiani, ogni anno, si ammalano a causa di questa malattia come spiega la prof. Silvia Novello, docente di Oncologia medica all'Università degli Studi di Torino e presidente di WALCE Onlus, al Corriere. "Un caso su cinque di carcinoma polmonare riguarda un non tabagista. Questi pazienti sviluppano soprattutto un tipo di neoplasia (l’adenocarcinoma) e, anche se i dati riportati in letteratura sono contraddittori, sembrerebbe che i non tabagisti che si ammalano abbiano una migliore sopravvivenza".
Le cause, per quanto oggetto di studio, mettono in luce una certa familiarità genetica con casi di familiari colpiti da questa neoplasia ma, in ogni caso, "la componente ereditaria deve essere approfondita e pare riguardare comunque un’esigua minoranza di pazienti". Di sicuro, si possono ammalare pur senza fumare i lavoratori esposti all'amianto, ai metalli pesanti, al gas radon e chi vive nelle aree più inquinate del pianeta. "Alcune alterazioni molecolari hanno una maggiore frequenza nei non fumatori - spiega la docente -. Grazie alla moderna medicina di precisione, in base alla presenza o meno di queste alterazioni è oggi possibile scegliere la terapia più indicata nel singolo paziente e avere speranza di ottenerne la massima efficacia.
Cosa accade con il fumo passivo
Non ci si fa caso ma i pericoli aumentano anche con i fumatori passivi con gravi ripercussioni soprattutto per i bambini. L'esperta Novello spiega che se non esistessero le sigarette il cancro ai polmoni diventerebbe una "malattia rara" e non sarebbe al primo posto come malattia maggiormente letale visto che almeno nell'85% si sviluppa nelle persone che fumano.
Un fattore predisponente anche il numero di sigarette e per quanti anni si fumano ma chi smette è ancora in tempo per invertire la rotta e diminuire la possibilità di contrarre la malattia. Anche se i risultati sono contrastanti, infine, i non fumatori avrebbero maggiori speranze di guarigione rispetto a chi fuma, quantomeno una maggiore possibilità di sopravvivenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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