Tumore ai polmoni, nuovo farmaco blocca l’avanzata della malattia: come funziona

Aumenta la speranza di vita con il tumore al polmone non a piccole cellule: un nuovo farmaco blocca l'avanzata della malattia, ecco i risultati e il plauso degli esperti

Tumore ai polmoni, nuovo farmaco blocca l’avanzata della malattia: come funziona
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Promettenti e incoraggianti risultati arrivano da uno studio in fase 3, ossia la fase finale, per il trattamento del tumore ai polmoni non a piccole cellule (Nsclc): un nuovo farmaco promette di fermare la progressione di questo cancro più a lungo di tutti gli altri trattamenti utilizzati fino a questo momento.

I risultati dello studio

La ricerca è stata presentata all'American Society of Clinical Oncology di Chicago (Asco): di fatto, l'eccezionalità del caso vuole che non ci sia un termine ultimo per la sopravvivenza a questo tumore dal momento che, dall'inizio della cura, sei pazienti su dieci sono ancora vivi dopo cinque anni dall'inizio del trattamento. Il farmaco in questione si chiama lorlatinib: i pazienti con tumore al polmone presi in esame sono stati 296, la metà dei quali trattati con la terapia standard ossia con crizotinib, gli altri con il nuovo prodotto. Ebbene, in questo caso, oltre il 60% di loro è vivo e non ha riscontrato un'avanzata della malattia rispetto all'8% di chi ha assunto il farmaco già esistente.

"Risultati senza precedenti"

"Per quanto ne sappiamo, questi risultati non hanno precedenti", ha dichiarato l'autore principale dello studio, il dottor Benjamin Solomon, oncologo medico presso il Peter MacCallum Cancer Center di Melbourne, in Australia. L'esperto spiega che tutti i partecipanti a questa ricerca presentavano un cancro polmonare non a piccole cellule "ALK-positivo". "Lorlatinib ha riportato una sopravvivenza libera da progressione a cinque anni e, anche dopo questo periodo, la maggior parte dei pazienti continua ad avere la malattia sotto controllo, compreso il controllo della malattia nel cervello", ha spiegato Solomon.

Cosa succede adesso

Purtroppo, quando si ha un cancro ai polmoni vengono spesso interessate anche alcune aree del cervello, ecco perché il dottore ha fatto anche questo tipo di sottolineatura indicando l'efficacia del farmaco a lungo spettro. "Non è necessaria una lente d'ingrandimento per vedere la differenza tra questi due farmaci", ha dichiarato la dottoressa Julie Gralow, responsabile medico di Asco. "Il 60% di sopravvivenza libera da progressione a cinque anni nel cancro del polmone non a piccole cellule è semplicemente inaudito". Adesso ci si aspetta che il lorlatinib venga prodotto e fornito per un uso maggiore destinato a questa tipologia di pazienti con tumore al polmone non a cellule piccole.

Anche perché, gli effetti collaterali riscontrati sono stati davvero minimi rispetto ai benefici: gonfiore, colesterolo elevato e livelli maggiori di lipidi. Ricordiamo che ancora oggi il cancro al polmone è la principale causa di morte per tumore in tutto il mondo con 1,8 milioni di decessi ogni anno. Seppur migliorati, i tassi di sopravvivenza a questa malattia rimangono piuttosto bassi nei soggetti con il tumore in stadio avanzato.

Il responsabile del Cancer Research UK, il professor Charles Swanton, non coinvolto nella ricerca ha affermato che i risultati "innovativi" sono in grado di dare nuove speranze ai malati con cancro polmonare avanzato.

"Nonostante i progressi nella nostra comprensione della malattia, può essere incredibilmente difficile controllare i tumori che si sono diffusi e ci sono opzioni terapeutiche limitate per il cancro del polmone. Mostrando il potere dei farmaci bloccanti la crescita del cancro, questo studio potrebbe presentarci un modo efficace per fermare il cancro sul suo nascere e prevenirne la diffusione al cervello".

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