Dopo un ictus fate attenzione al peso: ecco perché

Pazienti magri rispetto a quelli in sovrappeso hanno avuto maggiori difficoltà di recupero dall'ictus e nell'affrontare eventuali disabilità: quali sono i risultati dello studio giapponese e cosa significa "paradosso dell'obesità"

Dopo un ictus fate attenzione al peso: ecco perché
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Gli esperti giapponesi parlano di "paradosso dell'obesità" rendendo perfettamente l'idea su quanto hanno scoperto: i pazienti colpiti da un ictus che si trovano in sovrappeso hanno un rischio più basso ad affrontare l'eventuale disabilità e il recupero in generale. La scoperta è stata fatta da ricercatori della Kobe University e coordinata dai professori Izawa Kazuhiro e Kanejima Yuji.

I risultati

Pubblicato sulla rivista Topics in Stroke Rehabilitation, lo studio ha preso in esame oltre 500mila pazienti in quattro anni tra dal 2016 al 2020: ricercatori e team hanno valutato la dimensione di diversi fattori sulla disabilità al momento della dimissione dall'ospedale esaminando sia il Bmi (indice di massa corporea) di ognuno di loro ma anche il peso in relazione all'altezza, l'età, il sesso e le condizioni di disabilità al momento dell'ospedalizzazione. Ebbene, coloro che venivano dimessi in sovrappeso o addirittura da obesi avevano maggiori possibilità di riprendersi dall'ictus rispetto a chi fosse più magro.

Quali sono le cause

"L'età media dello studio è di 77 anni e le persone in questa fascia di età e oltre perdono peso più facilmente. Tuttavia, le persone che hanno determinate riserve possono essere più in grado di resistere alla sfida nutrizionale che un ictus e il successivo ricovero ospedaliero pongono, il che protegge efficacemente il loro sistema nervoso", ha spiegato Kazuhiro. In questo caso, dunque, le riserve di grasso in eccesso possono facilitare un migliore recupero psico-fisico rispetto a persone più magre visto che il recupero da un ictus può essere lento e laborioso.

Il "paradosso dell'obesità"

Da qui il termine dei ricercatori di "paradosso dell'obesità", una malattia che si combatte in tutto il mondo e per la quale si lotta quotidianamente. In questo caso c'è stata un'osservazione ben documentata "secondo cui tra le persone che hanno subito un ictus, quelle moderatamente sovrappeso hanno tassi più bassi di mortalità, recidiva e riammissione rispetto ai pazienti di peso 'normale'", spiegano gli studiosi. Durante la pratica clinica, Kazuhiro ha spiegato di aver osservato molti pazienti che con un fisico magro e asciutto hanno avuto difficoltà a recuperare le varie funzionalità a differenza di chi fosse leggermente in sovrappeso che se la sono cavata meglio. "Questo mi ha motivato a studiare se esiste una relazione dimostrabile tra dimensioni corporee e disabilità funzionale dopo un ictus".

Lo studio americano

Uno studio per certi versi simile a quello giapponese lo avevano condotto un paio d'anni fa gli americani ma con un indice di massa corporeo base più alto rispetto agli orientali, quindi ciò che poteva essere considerato sovrappeso in Giappone non lo era negli Usa. "Gli asiatici tendono ad avere un fisico più snello rispetto agli americani e questo si riflette anche nel Bmi ottimale più basso per una minore probabilità di disabilità alla dimissione", spiega l'altro autore dello studio Kanejima.

Quel che più conta sono i risultati comunque simili che aprono la strada a consigli concreti per la pratica sanitaria attuale.

"Per il pubblico, questo serve a ricordare che perdere peso in età avanzata è uno svantaggio. Per gli operatori sanitari, lo studio suggerisce che devono monitorare attentamente la perdita di peso durante l'ospedalizzazione per prevenire la compromissione funzionale".

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