Infarti, sintomi diversi nelle donne rispetto agli uomini: ecco quali

I campanelli d'allarme di un infarto nelle donne sono differenti rispetto a quelli degli uomini: ecco come riconoscerlo, cosa fare in quei casi e quali sono i fattori di rischio

Infarti, sintomi diversi nelle donne rispetto agli uomini: ecco quali
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Ha destato scalpore il caso dell'attrice Francesca Carocci che a 28 anni, è morta a causa di un infarto che non sarebbe stato diagnosticato, e curato con dei semplici antidolorifici. Mentre è in corso un'inchiesta per ricostruire tutta la vicenda, c'è da dire che questa patologia si manifesta in maniera differente nelle donne rispetto agli uomini.

Quali sono i sintomi tipici nelle donne

C'è spesso un gran dibattito attorno alla tematica visto che nella maggior parte delle donne quando insorge un infarto non si ha il "classico" dolore acuto al Miocardio come quello che prende di mira gli uomini. Nel sesso maschile, infatti, dallo sterno il dolore si espande via via al torace o al centro dello stomaco fino a diffondersi alle braccia e alle spalle: in molti casi vengono interessati anche la mandibola e il collo. Nelle donne, invece, uno dei campanelli d'allarme più significativo è il mal di schiena che poi si sposta fin sul collo. Altri sintomi tipici sono i seguenti:

  • difficoltà a fare sforzi abituali (salire le scale)
  • nausea e vomito
  • vertigini
  • sudare freddo

Come riconoscere un infarto

"Il fatto che le donne presentino più di frequente sintomi atipici, non deve portare a sottovalutare i sintomi cardiaci tipici dell’infarto neppure nella donna, per evitare di attendere tempo prezioso prima di rivolgersi al pronto soccorso", spiega a Humanitas San Pio X il prof. Giulio Stefanini, cardiologo e docente di Humanitas University. "Infatti, se dai dati emerge che solo il 5% delle persone adulte con dolore toracico che accedono al pronto soccorso non ha una sindrome coronarica acuta, tuttavia nel caso di infarto miocardico acuto, solo un trattamento tempestivo alla comparsa dei sintomi può salvare la vita del paziente".

L'età media del rischio di infarto

Le statistiche ci dicono che sopra i 50 anni, senza saperlo, rischia un infarto addirittura una donna su due e che la sintomatologia cambia con il passare del tempo: le donne corrono rischi maggiori dopo la menopausa visto che le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte ancor di più rispetto a tutte le tipologie di tumore compreso quello al seno. Questo accade perché, rispetto agli uomini, le donne hanno un sviluppo "ritardato" delle malattie cardiache che può arrivare a dieci anni. In generale, chi soffre di ipertensione, obesità e diabete ha un rischio maggiore di sviluppare un infarto nel corso della vita così come vale per le fumatrici.

Gli esami da effettuare

L'esperto spiega che quando si hanno i sintomi di un infarto non bisogna perdere tempo chiamando tempestivamente 112 o 118: a quel punto, una volta giunti in ospedale, specifiche analisi al sangue e un elettrocardiogramma (anche con l'ecocardiogramma) stabiliranno o meno se si tratta di infarto.

"Infine, per verificare la diagnosi e valutare entità e sede dei danni causati dall’infarto, può essere effettuato un ecocolordoppler cardiaco, oppure una coronarografia urgente che permette di identificare contestualmente sia la sede dell’ostruzione coronarica sia procedere al trattamento di disostruzione con un intervento di angioplastica".

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