L'attrice Francesca Carocci morta per infarto a 28 anni: curata con gli antidolorifici e dimessa

Aperta un'inchiesta sulla morte della giovane attrice romana Francesca Carocci, deceduta per infarto dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso solo con antidolorifici. La vicenda

Foto dal profilo Instagram
Foto dal profilo Instagram
00:00 00:00

Una forte fitta al petto e la corsa in ospedale, dove Francesca Carocci, attrice romana di 28 anni, viene visitata al pronto soccorso e rimandata a casa dopo qualche ora semplicemente con antidolorifici. Ma la ragazza muore due giorni dopo per infarto.

Come è stato possibile?

Banalmente gli antidolorifici assunti hanno solo coperto quello che invece è un campanello d'allarme importantissimo nei casi d'infarto che, se riconosciuto velocemente, può portare a salvare la vita. Invece non è stato così per la giovane Francesca e ora sul suo caso sta indagando la procura che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.

Sicuramente è presto per dirlo, ma i risultati dell'autopsia portano a pensare che si tratti di un caso di malasanità. Gli esami fatti in ospedale, hanno infatti rivelato che la ragazza soffriva di una patologia cardiaca, un campanello d'allarme ancora maggiore che probabilmente non è stato attenzionato, viste le veloci dimissioni della ragazza dall'ospedale e la cura a base di antidolorifici che ha portato alla morte solo due giorni dopo.

Quella fitta improvvisa

È il 28 febbraio 2024 quando Francesca sente una fortissima fitta al petto che non passa; sta così male da chiamare l'ambulanza che la porta al pronto soccorso dell'Aurelia Hospital. La ragazza ha anche la febbre e dopo la visita la sottopongono ad una serie di controlli. Dopo quattro ore però la dimettono dopo averle somministrato un antidolorifico, che probabilmente ha un effetto ancora più pericoloso quello di coprire il dolore.

I sanitari effettivamente, hanno sottoposto la ragazza a una serie di esami, rintracciando il valore della troponina ed effettuando un elettrocardiogramma. Ed è proprio in seguito a queste due analisi che nasce il problema. Seondo Luigi Cipolloni, il medico legale nominato dalla procura, gli esami indicavano chiaramente una sofferenza al cuore. Si ipotizza quindi che quelle analisi siano state controllate velocemente senza porre la necessaria attenzione, perché quegli esami, sempre secondo il dott. CIpolloni, suggerivano un comportamento diverso da parte dei medici. Ma questo non è accaduto.

Francesca una volta tornata a casa sta nuovamente male. I genitori comprendono subito che la situazione è grave e chiamano nuovamente il 118. L’ambulanza preleva la ragazza e la porta verso l’Aurelia Hospital. La giovane attrice ha un primo attacco cardiaco durante il trasporto. I medici agiscono rapidamente e riescono a rianimarla. Carocci entra ancora viva al pronto soccorso, ma, quando sembra che il pericolo sia scampato, sopraggiunge un secondo infarto che non le lascia scampo.

L'indagine

Come detto, ora sulla vicenda è stata aperta un'indagine del pm Eleonora Fini dopo la denuncia presentata dall'avvocato della famiglia della ragazza Paola Cittadini, che si spera possa far luce e chiarezza su questa triste vicenda.

I chiarimenti dell'Aurelia Hospital

Con una nota stampa l'Aurelia Hospital ha espresso cordoglio per il il decesso di Francesca Carocci e ha spiegato come si sono svolti i fatti:

"La struttura, al fine di ristabilire una corretta lettura dei fatti riportati da alcuni articoli di stampa, intende però precisare con fermezza quanto segue. All’accesso in Pronto Soccorso, in data 28 febbraio 2024, la paziente è stata sottoposta a tutti gli esami ed accertamenti clinici, completi ed approfonditi, richiesti per la sintomatologia presentata dalla paziente.

Tali accertamenti, accuratamente valutati dall’equipe di cardiologia della struttura, hanno categoricamente escluso una diagnosi di infarto miocardico acuto. Relativamente alla presunta terapia dell’infarto con antidolorifici, si precisa inoltre che veniva semplicemente confermata la stessa terapia già assunta in precedenza dalla paziente a domicilio. Terapia chiaramente non in grado di poter mascherare i sintomi di un eventuale infarto.

La paziente, a distanza di due giorni dalle dimissioni, è tornata in Pronto Soccorso in arresto cardiocircolatorio e, nonostante tutti i tentativi di rianimazione, è successivamente deceduta. È stata la stessa Aurelia Hospital, avendo precedentemente escluso la diagnosi di infarto, a richiedere il riscontro autoptico a seguito del decesso, proprio per chiarirne le cause.

Tuttavia, Aurelia Hospital non è stata invitata allo svolgimento dell’esame autoptico e non è tuttora a conoscenza dei risultati, anche se può fin d’ora osservare come le notizie riportate dalla stampa su alcune valutazioni attribuite al medico legale incaricato dalla Procura non siano assolutamente corrette".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica