Tumore al pene: quali sono i sintomi e cosa c’è da sapere

I casi annuali sono ben inferiori a mille ma il cancro al pene può essere un grave problema anche di natura psicologica: ecco di cosa si tratta e le cure oggi disponibili

Tumore al pene: quali sono i sintomi e cosa c’è da sapere
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Il solo pensiero atterrisce gli uomini ma per fortuna si tratta di una neoplasia rara: ogni anno in Italia si verificano circa 600 nuovi casi di tumore al pene, l'organo riproduttivo maschile e l'ultimo tratto delle vie urinarie. I numeri aggiornati sottolineano che a esserne colpito è un adulto ogni centomila ma non per questo bisogna abbassare la guardia. Le notizie sono comunque incoraggianti per le complete guarigioni stimate in circa l'80%.

Di cosa si tratta

Questa patologia compare quando avviene la proliferazione incontrollata di una o più cellule che costituiscono la pelle o i tessuti del pene: si riconosce perché spunta un nodulo o una specie di ulcera sulla sede centrale oppure tra glande e prepuzio. Oltre ad arrossamenti e dolori, il paziente potrà avere prurito, bruciore, irritamento e un cambiamento nel colore cutaneo della pelle. È possibile che "a queste lesioni si accompagni un ingrandimento dei linfonodi inguinali, un sintomo che non va mai sottovalutato e richiede un’immediata valutazione clinica", ha spiegato al Corriere il prof. Nicola Nicolai, direttore dell'Urologia Oncologica alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei Tumori di Milano.

Chi rischia di più

Tra i tumori del pene, alcuni nascono da infezioni con Hpv (il Papilloma virus) che può essere evitato grazie alla vaccinazione oggi disponibile ovunque, in altri casi possono essere causati da altri fattori che possono essere prevenuti con una migliore igiene personale, con il tempestivo trattamento di infiammazioni ma anche abolendo il fumo di sigaretta. "Il sospetto clinico deve essere confermato da una biopsia che può essere eseguita ambulatorialmente, in anestesia e non è dolorosa", spiega Nicolai. A rischiare di più è la popolazione latino-americana, dell'Asia orientale dove è maggiormente diffuso l'Hpv ma amche fumatori che hanno numerosi precedenti di infiammazioni locali.

Come si cura

Tra le terapie oggi disponibili elenchiamo chemioterapia e radioterapia ma il loro funzionamento ottimale è in combinazione con un intervento chirurgico. Accanto a queste si stanno mettendo a punto nuove immunoterapie ma per ora riservate unicamente alle sperimentazioni cliniche. "Esistono tecniche a bassa invasività, come la chirurgia laser, che consentono di asportare la malattia conservando l’organo e le sue funzioni. Quanto più è precoce la diagnosi, tanto migliore sono sia la prognosi sia la probabilità di conservare l’organo", spiega l'esperto. Alcune volte è necessaria una chirurgia che ricostruisce se una parte del pene deve essere comunque asportata.

Nel caso della chemio si può effettuare anche a livello locale per preservare l'organo.

"La guarigione è possibile nell’80% dei pazienti ed è diretta conseguenza della precocità della diagnosi. Una diagnosi tempestiva consente di preservare il pene anche in lunghezza nel 70% dei casi", conclude Nicolai.

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