I punti chiave
I malati oncologici devono affrontare un calvario fatto di visite mediche, cure, permanenza in strutture specializzate oltre alle condizioni precarie di salute: se a questo quadro inseriamo i costi da sostenere viene fuori una situazione spesso insostenibile. I pazienti con tumori, in Italia, devono sborsare una cifra vicina ai duemila euro annui, esattamente 1.841 euro secondo la ricerca pubblicata dalla The European Journal of Health Economics che ha portato avanti la Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia).
Il problema finanziario
Molto spesso, le spese che dovrebbero essere completamente a carico dei vari servizi sanitari regionali ricadono sul paziente che deve pagare per cambiare regione, gli alloggi esterni ma anche coloro i quali hanno la necessità di essere assistiti da badanti e colf. A differenza degli Stati Uniti noi abbiamo il Servizio Sanitario Nazionale che riesce a coprire tanti costi ma spesso non basta perché "chi si ammala spesso deve affrontare una serie di spese extra anche molto rilevanti, a cui si aggiunge una diminuzione delle entrate per il calo della produttività e le ricadute sul lavoro", ha dichiarato al Corriere Francesco Perrone, Presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e direttore dell’Unità Sperimentazioni Cliniche dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli.
I costi da sostenere
I problemi economici ricadono direttamente anche sui familiari: tra le voci con i maggiori esborsi rientrano gli esami diagnostici (circa 260 euro) al pari dei mezzi pubblici di trasporto, le varie visite specialistiche da 126 euro l'una (in media), farmaci che non rientrano tra quelli oncologici (124 euro) e quelle che riguardano la struttura dove dormire se ci si trova lontani dalla propria residenza stimata in circa 225 euro. A tutto questo bisogna aggiungere sostegni e cure da parte dei professionisti che non tutti possono permettersi. "Dalle statistiche italiane è emerso che circa un quarto dei malati ha lamentato un disagio economico legato alla malattia e al suo trattamento", ha dichiarato al Corriere il presidente Favo e Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro), Francesco De Lorenzo.
Per superare le lunghe attese del Ssn, spesso i pazienti devono rivolgersi al privato per avere diagnosi più veloci. "Il Ssn rappresenta un grande patrimonio che consente ai cittadini di continuare ad avere accesso alle cure più e meglio che in molti altri Paesi – aggiunge Perrone, specificando che questo patrimonio va difeso ma soprattutto potenziato "laddove se ne identifichino inefficienze e carenze. Il suo corretto funzionamento è direttamente connesso alla possibilità di curare al meglio i malati di cancro".
Dove si spende di più
La ricerca ha preso in esame un periodo di otto anni tra il 2011 e il 2018 su 39 punti di accoglienza Aimac sparsi nel territorio nazionale: ebbene, i malati di tumore spendono di più se si trovano al Centro-Nord e soprattutto per la seconda fase della malattia, la prima è quasi sempre coperta dal Ssn. "I pazienti oncologici italiani hanno sostenuto costi privati rilevanti per integrare le prestazioni del Ssn in diagnosi, supporto alla cura e riabilitazione: tutti aspetti importanti per l’esito finale, il recupero e la qualità di vita", ha spiegato al quotidiano il prof. Roberto Lillini, ricercatore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che è uno degli autori della ricerca.
Purtroppo, nonostante l'enorme fortuna di avere un Sistema sanitario come il nostro, sono ancora elevate le falle e le disparità definita "inaccettabile" tra le aree dell'Italia che si riversa sulle disuguaglianze tra gli stessi pazienti oncologici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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