Gianstefano Frigerio*
La riforma costituzionale ha scatenato nell'opposizione i fantasmi più cupi della volontà di criminalizzazione e di disinformazione.
Sono prevalse la logica «del tanto peggio tanto meglio», la vocazione all'allarmismo, la spinta demagogica a descrivere scenari futuri foschi per il Paese.
Insomma l'opposizione ha tirato fuori tutti gli arnesi di una propaganda vetusta, populista, autolesionista, nociva per il Paese e per le istituzioni.
Come si fa a costruire il futuro vellicando le paure e i miti più infecondi di settori dell'opinione pubblica?
Per di più la Sinistra ha del tutto dimenticato di aver approvato una riforma regionalista a fine legislatura e a colpi di maggioranza.
Ancora, la Sinistra sembra aver del tutto cancellato i contenuti politici della Bicamerale.
Soprattutto, i Popolari della Margherita hanno del tutto dimenticato la cultura federalista cattolica, le battaglie di Sturzo, le scelte di De Gasperi sulle Regioni a Statuto Speciale.
Insomma la Sinistra si è rifugiata nell'allarmismo, nella disinformazione, nel centralismo veteronazionalista.
Come contrastare questa deriva di cultura politica autolesionista e disfattista?
Innanzitutto scegliendo una via pacata di informazione, una via capillare di dialogo con i cittadini, una via seria di mobilitazione della gente del Sud affinché riscoprano le loro radici autonomiste e federaliste.
In sintesi un dialogo diffuso, capillare, concreto, serio, con tutti gli italiani.
Ma quali sono i nodi centrali su cui si deve incardinare il nostro dialogo con i cittadini?
In primo luogo superando il rigido sbarramento dell'art. 138 della Costituzione, è stato realizzato un vistoso trasferimento di poteri dai partiti al popolo; rompendo la logica togliattiana del 1947, abbiamo reinserito il popolo nel dibattito costituzionale attraverso il referendum.
Ora il Patto Costituzionale è tra una maggioranza ed il popolo; con ciò abbiamo ridato la centralità alla sussidiarietà, alla solidarietà, al riconoscimento del privato, alla autonomia delle Regioni dentro l'unità della Repubblica.
A questo punto la devoluzione diventa parte della sovranità nazionale, la forma di Governo diventa parte della sovranità popolare, il primato della società civile diventa parte dell'equilibrio pubblico nuovo.
In sintesi la lunga battaglia della Lega diventa il cemento della Casa delle libertà ed il suo disegno di rinnovamento dello Stato.
E a quelli che con cinismo devastante parlano di riforma pericolosa per l'unità del Paese, noi vogliamo ricordare la grande tradizione federalista ed autonomista della cultura meridionale: in verità questa nostra riforma è lo strumento più efficace per rifondare l'unità nazionale.
*Deputato di Forza Italia
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