Feltri ai giovani imprenditori: «Basta piangere»

Feltri ai giovani imprenditori: «Basta piangere»

S.Margherita Ligure L’introduzione potente della presidente Federica Guidi al 40° Convegno «Responsabilità e Riforme, per un nuovo destino del Paese» dei Giovani Imprenditori di Confindustria al Miramare di Santa Margherita Ligure, cui era ospite ieri il nostro direttore Vittorio Feltri, e la tavola rotonda su «Il giorno delle riforme. La responsabilità di una generazione», con Andrea Guerra, ad Luxottica, Rodolfo De Benedetti, ad Cir, Roberto Nicastro, deputy Ceo Unicredit, Giuseppe De Rita, segretario generale Censis e Gianni Riotta, direttore de Il Sole 24 Ore, dove è proprio Feltri a rompere il ghiaccio. Stuzzicato da Enrico Mentana sul collo di bottiglia di un'Italia con una classe dirigente allargata e d'età media e giovani imprenditori che hanno a che fare con chi non passa la mano, Feltri ironizza, «da quando sono diventato vecchio i giovani mi sono antipatici», e attacca la teoria del piagnisteo che «la faceva già da protagonista anche per quelli della mia generazione. Le cose di oggi si dicevano anche allora, ma le condizioni erano ben diverse e chi rimpiange il buon tempo andato è fuori strada».
Insiste sulla specializzazione tutta italiana dell'autodenigrazione, del tipo «questo Paese è sull'orlo del baratro, la crisi ci sta travolgendo». E consolida: «Dopo aver visto Ballarò penso che uscendo di casa mi troverò a scavalcare cadaveri. La realtà invece è che abbiamo un Paese misteriosamente poverissimo, ma con gli italiani che sono ricchi». Poi l'accusa alla sua generazione «che dal '68 ha cominciato ad avere un atteggiamento ostile verso l'impresa e a credere che lo Stato doveva pensare a tutto. E da quella mentalità non ci siamo più liberati». Quindi l'appello ai giovani perché «riparino i guasti che la nostra generazione ha prodotto». L'altro giro è su pensioni e federalismo: sa la politica prendersi responsabilità in merito? Nessun dubbio per Feltri: «No, la politica non ce la fa perché è preoccupata del consenso. Lo stesso Governo Berlusconi prima di adottare provvedimenti dà un'occhiata ai sondaggi e se non sono in linea stoppa». Nel merito delle pensioni: «Bisogna andarci più tardi. Campiamo di più, le donne non muoiono mai, bisogna abbatterle - ironizza - e noi manteniamo i parametri di allora. Il Governo è terrorizzato di non prendere voti, ma se non si scontenta qualcuno non si può governare. È così da 50 anni: se abolisco le province la Lega s'incavola; idem per le pensioni e la spesa sanitaria». Poi la virata sulla Regione Lombardia e i corsi di yoga passati dalla mutua, con provocazione: «Io voglio le escort rimborsate dalla mutua».

Chiude Riotta che, chiedendosi se i nostri figli e nipoti riusciranno ad avere lo stesso tenore di vita di padri e nonni, rivolto a Feltri, ammette: «Caro Vittorio, saranno i nostri nipoti ad abbatterci incavolati per come li abbiamo trattati».

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