Ci sono artiste che sanno prendersi il tempo giusto per crescere. E poi pubblicano un disco solo quando sono pronte per farlo, non prima. Anna (foto), che è l'unica vera rapper italiana fatta e finita, è una di queste. Quattro anni fa è andata al primo posto per tre settimane consecutive nel 2020 con Bando, un pezzo che sparigliava le carte, come si dice, e segnava il territorio.
A quel punto lei, che si chiama Anna Pepe, nata a La Spezia nel 2003, avrebbe potuto seguire la strada più semplice: apparire il più possibile, inondare i social, registrare un disco purchessia, costi quel che costi, mettendoci dentro tutto e pazienza se non era all'altezza. In quei casi, o la va o la spacca. Se fai successo, hai molto successo per qualche mese e poi vediamo. Altrimenti ciao. Anna è andata controtendenza. Ha aspettato. Ha pubblicato tanti singoli, fatto tanti feat.. raggiunto milioni e milioni di streaming oltre ad aver conquistato la fiducia dei leader della scena, da Guè a Drillionaire. Tutto giusto. Ma a far la differenza è stata la credibilità raggiunta piano piano, senza strilli, senza enfasi, senza rovesciare valanghe di numeri, cifre, record più o meno ridicoli. Insomma, il disco Vera Baddie uscito l'altro giorno è un debutto solo per finta. È il suo primo disco ma potrebbe essere il secondo oppure il decimo perché non c'è ingenuità, non c'è superficialità, non ci sono pezzi raffazzonati tanto per arrivare alla fine. Ed è un piacere ascoltarlo. Come ha detto l'altro giorno al bravo Francesco Raiola di Fanpage, «ci tengo a mantenere l'asticella alta, qui di sicuro ho una responsabilità, però sento di riuscire a gestirla molto bene».
Il mondo è quello rap, forse più trap, ma poco importa. Sotto i riflettori ci sono i testi, che si scrive da sola e riempiono un segmento vuoto della musica italiana, ossia quello di artiste che parlano alle donne con durezza o malinconia ma mai con cliché vuoti.
Insomma, nessuno si è stupito quando l'altro giorno Sfera Ebbasta l'ha definita «la Trap Queen italiana» annunciandola a San Siro sul proprio palco. E nessuno si stupirà se il suo 30°C diventerà uno dei tormentoni dell'estate.
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