Roma - Botta e risposta tra il leader del Lingotto e il governo. "Con me Fiat non ha mai preso soldi dallo stato", ha dichiarato Cordero di Montezemolo. "Una barzelletta", ha chiosato il ministro per la Semplificazione legislativa, Calderoli. Ad una
domanda sui continui riferimenti agli aiuti che negli anni Fiat ha avuto dallo Stato Montezemolo risponde: "Da
quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato, ma non voglio entrare in polemica, preferisco
il dialogo". Per il presidente di Fiat è importante confrontarsi e dialogare "soprattutto in questa fase, quando i
problemi sono gravi, quando - ha detto - vedo molte aziende internazionali che lasciano l’Italia o non vengono
ad investire.
Quando dobbiamo farci carico dei problemi della nostra gente, quindi dell’occupazione, del futuro del nostro
Paese e dei nostri figli". "C’è un rapporto molto chiaro, un rapporto molto positivo di dialogo e confronto come deve essere", ha proseguito il presidente di Fiat. Sulla querelle interviene anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola: "La Fiat ha saputo crescere in Italia e nel mondo con le sue capacità, ma anche
con l’aiuto dei governi italiani e degli italiani". "La Fiat aumenterà entro il 2012 la
produzione di auto in Italia, come da noi richiesto, da 650 mila a 900 mila", ha poi detto il ministro Scajola, nel corso di un’intervista al Tg1. "Ora, insieme alla Fiat,dobbiamo impegnarci per trovare una soluzione e un futuro al
polo industriale di Termini Imerese, che possa garantire sviluppo industriale sul territorio e nuova
occupazione".
Calderoli: "E' una barzelletta che non fa ridere" "Cosa??? Se è una barzelletta la dichiarazione di Montezemolo per cui la Fiat, da quando c’è lui, non ha ricevuto un euro dallo Stato, allora la barzelletta non fa proprio ridere. Se invece Montezemolo non scherza e parla sul serio allora la faccenda assume contorni 'sanitari'... Non mi attendevo, sicuramente, della riconoscenza, ma la negazione dell’evidenza mi porterà ad assumere, a titolo personale, un atteggiamento completamente diverso e intransigente rispetto ad un’azienda, quale la Fiat, che i nostri padri consideravano un’azienda di Stato proprio per via degli interventi statali che ha ricevuto nel corso degli anni", ha sottolieato polemicamente il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione. Al ministro leghista Montezomolo ha, poi, replicato: "Non bisogna fare confusione. Gli incentivi sono un sostegno ai consumi e non soldi che vengono dati alle aziende".
"Gli uomini sono centrali" "Quello che mi interessa ed
è la centralità per me e per Fiat sono gli uomini e le donne che vi lavorano e quindi c’è l’impegno da parte
nostra di farsi carico, con la politica e le forze sociali dei problemi che riguardano le nostre persone", ha detto ancora Luca di Montezemolo, aggiungendo di aver espresso questa posizione "anche al Cardinal Bertone in risposta all’appello del Pontefice". Di qui, precisa Montezemolo, "le scelte industriali che
servono a rendere competitiva un’azienda non potranno essere disgiunte dal problema di farsi carico delle
famiglie e delle persone".
"L'azienda rimane italiana" Fiat "è e rimane italiana". È quanto ha garantito Montezemolo, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss, spiegando,
in merito "al chiacchiericcio sull’italianità" dell’azienda: "Fiat è e rimane italiana, non solo perché è l’unica
azienda il cui nome è Fabbrica italiana auto Torino ma anche perché da quando sono presidente e
Marchionne è amministratore delegato, cioè dalla metà del 2004, abbiamo investito nel mondo 25 miliardi
di euro e in Italia oltre 16". "Oltre due terzi sono stati investiti in Italia e intendiamo andare avanti su questa strada", ha aggiunto.
"Incentivi, uscire da approccio demagogico" Per Montezemolo, "dobbiamo uscire dall’approccio demagogico e affrontare la realtà" per quanto riguarda
gli incentivi. "Da quando noi siamo alla Fiat
non abbiamo preso un euro dallo Stato e non voglio entrare in polemica. Preferisco il dialogo - ha aggiunto
- soprattutto quando vedo tante aziende internazionali che lasciano il paese o non vogliono investire". "È un tema serio - ha aggiunto - che riguarda l’occupazione, il futuro dei nostri figli e il paese. Ho visto
cifre che dicono che gli incentivi che vanno ai consumatori e alle aziende sono andati al 70% alle aziende
straniere e solo il 30% alla Fiat, quindi credo che dobbiamo uscire dall’approccio demagogico e affrontare
la realtà così com’è".
Termini: mobilità con pensione per 50% operai Circa il 50% dei lavoratori diretti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese avrebbero diritto alla mobilità con pensione. È quanto sarebbe emerso, secondo quanto si apprende, al tavolo tecnico in corso al ministero dello Sviluppo economico. Rappresentanti del gruppo di Torino avrebbero detto che 806 operai dei 1.658 dipendenti Fiat della fabbrica siciliana potrebbero accedere alla mobilità con pensione.
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